Una tragedia storica, un conflitto di potere tra due donne, un intricato dramma romantico. C'è tutto questo nella Maria Stuarda di Schiller, ma c'è anche dell'altro. Tolto ogni appoggio romantico, ogni sostegno, ogni coordinata, resta una storia umana, "troppo umana". Cose di uomini. O ancora, più duro: cose di donne, che non hanno tempo, non hanno spazio. Lo spettacolo vedrà contrapporsi sulla scena la grandezza dello scontro tra queste due straordinarie Regine e la loro bruciante verità umana: due modi di essere donne al potere.
"Il potere è un'illusione, tinta di ambizione, speranza, orgoglio, ingordigia e soprattutto vanità. – spiega il regista Alberto Oliva - Non c'è libertà di scelta nell'essere regina, ma solo la costrizione ad aderire a scelte obbligate, fatte di convenienza e di paura, di fragilità e durezza". Come fantasmi prigionieri nella Torre di Londra, costruita come una claustrofobica ragnatela piramidale, Elisabetta, la regina vergine, e Maria Stuarda, la regina senza testa, si scontrano in un duello verbale in cui ammettono il male reciproco che si sono inferte mentre erano in vita.
In un gioco temporale che salta da un'epoca all'altra, le dinamiche dei rapporti tra queste due donne si ripetono e si approfondiscono, in un'atmosfera che ci porta fino ad assistere, in un teatro, a una replica della Maria Stuarda di Schiller. Fantasmi, proiezioni di donne che sono state potenti, ma anche fragili, o forse solo due donne, due attrici, che si fanno carico di una storia attraverso le epoche e ne raccontano le dinamiche umane.
Elisabetta I Tudor (1533-1603) fu regina d'Inghilterra e d'Irlanda dal 1558 fino alla sua morte. Figlia di Enrico VIII e di Anna Bolena e talvolta chiamata la Regina Vergine, Elisabetta ebbe un lungo regno: la sua politica di pieno sostegno alla Chiesa d'Inghilterra, provocò forti tensioni religiose e vi furono parecchi tentativi di congiure contro di lei, in cui fu coinvolta anche la cugina Maria Stuarda che ella fece giustiziare. La sua epoca, denominata età elisabettiana, fu anche un periodo di straordinaria fioritura artistica e culturale: William Shakespeare, Christopher Marlow, Ben Jonson, Edmund Spenser, Francis Bacon sono solo alcuni degli scrittori e pensatori che vissero durante il suo regno.
Maria Stuarda (1542 – 1587), fu regina di Scozia dal 1542 al 1567, regina consorte di Francia dal 1559 al 1560 e regina d'Inghilterra per i legittimisti inglesi dell'epoca che non riconoscevano Elisabetta I come legittima erede di Enrico VIII. Quella di Maria Stuarda fu una vita che iniziò e finì tragicamente. Scappata dalle guerre anglo-scozzesi, alla morte del primo marito, il re di Francia Francesco II, Maria Stuarda tornò in Scozia, dove l'attendeva lo scontro con la nuova religione calvinista. Scappata in Inghilterra, pensava di poter essere aiutata dalla regina protestante Elisabetta I d'Inghilterra, sua cugina, che invece la imprigionò per quasi vent'anni. Divenne il fulcro e l'anima del cattolicesimo inglese e molti complotti furono organizzati in suo nome per assassinare Elisabetta. La sua esecuzione fu un duro colpo all'autorità divina dei sovrani: per la prima volta nella storia una "regina consacrata da Dio" fu giudicata e condannata a morte.
ALBERTO OLIVA, Nato a Milano nel 1984, è laureato in Scienze dei Beni Culturali all'Università Statale di Milano e si è diplomato in regia alla Scuola d'arte drammatica Paolo Grassi. Ha curato numerose regie teatrali rivolgendo la sua attenzione sia alla drammaturgia contemporanea, sia a una rilettura in chiave contemporanea dei classici (Premio Sipario/Associazione Nazionale Critici di Teatro 2012 per il Ventaglio di Goldoni). Nel 2012 riceve il prestigioso "Premio Internazionale Luigi Pirandello" come miglior regista emergente. Nel 2011 fonda l'Associazione culturale I Demoni con l'attore Mino Manni, con cui intraprende un percorso su Dostoevskij composto di spettacoli e seminari per allievi attori.
Teatro Oscar
Regia Alberto Oliva
Con Maria Eugenia D'Aquino, Annig Raimondi
Musiche Maurizio Pisati
Costumi Ilaria Parente
Scene Giuseppe Marco di Paolo
Disegno luci Fulvio Michelazzi
Assistente alla regia Giorgia Bari
Collaborazione Riccardo Magherini
Produzione PACTA . dei Teatri
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