Nel giardino di casa Luca (Gianmarco Bellumori) attende che la fidanzata finisca di prepararsi per una festa fra amici: una cornice di assoluta normalità destinata ad essere travolta dalla memoria e dal sogno, per raccontarci una storia d'amore tutta diversa. E' la storia di un passato scabroso che emerge poco a poco in un mare di ricordi per troppo tempo nascosti. Confessione? Delirio? Visione? Non abbiamo bisogno di saperlo con certezza. Quel che conta è la forza profonda e incontenibile dell'innocenza, costantemente impegnata a lottare contro una terribile verità: "Ognuno di noi ama esattamente come è stato amato."
Matteo (Gabriele Granito) nasce da una madre che di lui non sa cosa farsene, per lei quel bambino è solo un fastidio, un impedimento. Così viene affidato ad una zia che lo cresce all'insegna di un'educazione cattolica eccessiva e soffocante, per poi abbandonarlo a sua volta in un collegio. Qui Matteo incontra Padre Vincenzo, un religioso di circa quarant'anni, con cui inizia un rapporto ambiguo ed esclusivo. All'età di dodici anni, conosce Luca, un ragazzo poco più grande di lui, e da subito prova un'attrazione che non riesce a spiegarsi, che lo tormenta. I loro incontri segreti segnano la formazione sessuale di Matteo. Quando Padre Vincenzo scoprirà l'innocente relazione clandestina tra i due ragazzi, per loro inizierà un vero e proprio calvario fatto di ricatti, violenze e persecuzioni.
"Ma questo testo non è un'accusa o un'inchiesta sulla pedofilia all'interno della chiesa cattolica." - afferma deciso Giovanni Franci (Premio Siae 2012 come miglior autore emergente al 55° Festival di Spoleto) - "E' un omaggio alla purezza che resiste ad ogni tentativo esterno di corruzione. Il protagonista è il simbolo di un fanciullo che non assimilerà mai l'alfabeto di orrore che gli viene dettato, né saprà mettere in pratica la grammatica della paura che gli è stata insegnata. Non c'è un giudizio esterno, non ci sarà né un'assoluzione né una condanna, noi siamo il tribunale di noi stessi, è dentro di noi che si svolge il processo, siamo noi a essere chiamati come avvocati difensori, come accusa e come giudici."
Per la regista Marianna Galloni, che collabora con Franci già da qualche anno, "Matteo Diciannove Quattordici è una sceneggiatura priva di fronzoli e ricca di elementi poetici che non lascia spazio a falsi sentimentalismi. Una piece che spara dritta alla storia di due giovani ai quali è stato negato l'ossigeno della vita. L'unica nota morbida è la pelle dei loro corpi. Basilare e vitale è solo il ricordo che rimarrà per sempre l'uno dell'altro. Per questo ho voluto una scena molto semplice: un giardino ma un giardino come se fosse un balcone, un portico ma come se fosse una barca. Non è che un pretesto per far incontrare Luca e Matteo di nuovo e ancora di nuovo, ogni giorno e per sempre, come il vento che mai smette di soffiare."
TEATRO COMETA OFF
INFO 06 57284637
BIGLIETTI €15,00 - €10,00
ORARIO mar/sab h. 21 dom 18.30
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Redazione del CorrieredelWeb.it
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