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mercoledì 30 settembre 2015

"Terrestri 15/16", le forme dell'umanità raccontate dal contemporaneo


Tra gli ospiti Antonio Rezza, Ascanio Celestini, Babilonia Teatri e Motus.

Abbonamenti dal 13 ottobre. 


Animale totemico, ancestrale, simbolico, da sempre il lupo è oggetto di venerazione e insieme di persecuzione. In realtà è un predatore con uno spirito di adattamento formidabile: un ottimo esempio di quella che oggi si chiama resilienza. Insieme a caprioli, cornacchie e cinghiali, si dice che oggi sia alle porte delle nostre città: "a ricordarci –citando lo scultore vicentino Alberto Salvetti - che anche noi, per quanto spesso ce ne dimentichiamo, siamo natura". 

Il che significa, esseri umani in tutte le meravigliose varianti che la natura stessa è in grado di generare, immersi nel flusso di quel perpetuo divenire che ci lega a ogni altra forma di vita. Per questo, dopo i pesci capaci di camminare della scorsa stagione, è un uomo lupo a farsi portavoce dell'umanità rappresentata da "Terrestri 15/16", la nuova stagione del contemporaneo al Teatro Astra di Vicenza.

Il progetto è curato dal Centro di Produzione Teatrale La Piccionaia per il Comune di Vicenza, con il sostegno di Ministero dei Beni Culturali, Regione Veneto, Provincia di Vicenza, Circuito Teatrale Arteven e Askoll.

"Terrestri 2015-2016" è stata presentata oggi a palazzo Trissino dal vicesindaco e assessore alla crescita Jacopo Bulgarini d'Elci e, per La Piccionaia Centro di Produzione Teatrale, dal direttore generale Pierluigi Cecchin e da Nina Zanotelli, direttore organizzativo e curatore della stagione insieme a Sergio Meggiolan.

"La qualità e il valore che ancora una volta viene proposto da Piccionaia con la programmazione della nuova stagione è la dimostrazione tangibile del motivo per cui la compagnia teatrale vicentina, che si dedica in particolare al contemporaneo, sia la maggiore destinataria dei nostri contributi dopo il Teatro Comunale - ha dichiarato il vicesindaco e assessore alla crescita Jacopo Bulgarini d'Elci -. E' evidente la crescita qualitativa costante testimoniata dalla presenza sul palco di un mix di artisti e autori diversi tra loro ma tutti di grande valore. Inoltre il programma si arricchisce di residenze e workshop. Questa stagione ha un ulteriore importante significato: spettatori e artisti entreranno in un teatro rinnovato dopo i recenti lavori eseguiti dall'assessorato alla cura urbana come manutenzione indispensabile alla struttura che porta i segni dei suoi 40 anni di vita".

"Cinque prime regionali, una prima nazionale, due residenze, due appuntamenti per l'anno shakespeariano: sono tanti e buoni i motivi per seguire la nuova stagione di Terrestri – spiega Nina Zanotelli -. Oltre, naturalmente, al progetto Classico Contemporaneo, che torna ad incrociare la programmazione con tematiche che ci inseguono fin dall'antichità con immutata attualità e che saranno elaborate dagli artisti coinvolti attraverso i linguaggi del contemporaneo. Filo rosso di tutto il percorso, la multiforme varietà dell'essere umano, in un'esplorazione condivisa dagli artisti che hanno scelto di compiere questo viaggio con noi".

"Sarà un Teatro Astra rinnovato – aggiunge Pierluigi Cecchin - quello che verrà inaugurato con Terrestri 15/16, a conclusione dei lavori di ristrutturazione che lo hanno interessato negli ultimi mesi. Un intervento importante che, assieme agli appuntamenti che abbiamo in serbo per il pubblico vicentino, accompagnerà l'apertura di una stagione che ci proietta verso il futuro".

Un cartellone di 9 spettacoli, che dal 13 novembre al 9 aprile vedrà una rosa di artisti di primo piano della scena nazionale - grandi nomi come Antonio Rezza, Ascanio Celestini, Babilonia Teatri e Motus, insieme a giovani talenti come Stefano Scandaletti, Francesca Pennini e Dewey Dell - alternarsi sul palcoscenico cittadino per presentare i loro ultimi lavori. 

Ad incrociare questa programmazione, torna per il secondo anno "Classico contemporaneo", il progetto di studio e incursione della classicità nella città contemporanea, che si svilupperà con due spettacoli e altrettante residenze artistiche. Un progetto che vede classico e contemporaneo indissolubilmente intrecciati: perché, se è vero che un classico non esaurisce mai quanto ha da dire, è altrettanto vero che la sua valorizzazione si proietta verso il futuro quando è in grado di aprire nuove visioni e generare nuovi gesti. Così, all'interno di una comunità, il teatro si alimenta alla fonte del classico e al tempo stesso chiede una continua rigenerazione dei canoni di riferimento, affinché lo spettatore possa riconoscersi in esso.

Ad aprire il cartellone, il 13 novembre, tre regine della scena nazionale: Giuliana Musso, Antonella Questa e Marta Cuscunà con il loro "Wonder woman", un racconto (solo a tratti) fumettistico che con le armi del teatro d'indagine e dell'ironia esplora il tema dell'indipendenza economica femminile. 

A seguire, il 26 novembre torna all'Astra Motus, una tra le maggiori compagnie di teatro di ricerca non solo italiano, con il nuovissimo"MDLSX", in cui l'attrice-icona Silvia Calderoni affronta un viaggio teatrale sull'esplorazione dei confini: un inno lisergico e solitario alla libertà di divenire, per una performance che tende alla fuoriuscita dalle categorie e che oscilla tra fiction e realtà, tra brandelli autobiografici ed evocazioni letterarie tratte dal caleidoscopico universo dei manifesti queer. 

Sarà invece affidato alla dirompente formazione dei Babilonia Teatri l'avvio del progetto "Classico contemporaneo", che inaugurerà al contempo una carrellata di "prime". La compagnia veronese che ha rivoluzionato la sintassi del contemporaneo in Italia presenterà infatti in prima regionale l'11 dicembre il suo "inferno", nato dall'incontro con il Laboratorio-Scuola/Compagnia Zero Favole: uno spettacolo che vede in scena attori-non attori e racconta il mondo delle persone con disabilità, facendo esplodere il loro bisogno di esserci, di gridare con rabbia e con calma, con ironia e con gioia la loro fame di vita e la loro imperturbabile determinazione nel raccontarsi. 

A seguire, venerdì 29 gennaio la compagnia Indigena Teatro, capofila tra i giovani talenti in cartellone, sarà all'Astra con la prima regionale di "Troilo e Cressida", per la regia di Stefano Scandaletti: riscrittura di una tra le opere meno rappresentate ma più moderne di Shakespeare, ambientata durante un conflitto aspro e infinito, la guerra di Troia, i cui eroi diventano qui metafora di una riflessione contemporanea sul rapporto dei giovani con il loro presente. Uno spettacolo che non a caso aprirà la programmazione del nuovo anno: nel 2016 infatti si celebrerà il quattrocentenario della morte di quello che è stato il più grande drammaturgo della cultura occidentale. 

Non ha bisogno di presentazioni Ascanio Celestini, uno dei più amati protagonisti della scena nazionale, che il 13 febbraio con il suo "Laika" (prima regionale) ci porterà in un monolocale di periferia affacciato su un parcheggio, dove abita un improbabile Gesù coadiuvato da un infaticabile Pietro: un racconto sul crollo delle ideologie che erode anche le religioni. 

Il 28 febbraio sarà la volta di una prima nazionale: quella dei Fratelli Dalla Via con il dissacrante abbecedario di "Drammatica elementare": un esperimento di ludo-linguistica fatto di enigmi e tautogrammi, al servizio di una favola scolastica sul potere delle parole, che ha l'obiettivo di viaggiare dentro l'evoluzione del lessico ed esaltarne la forza ritmica e contenutistica. 

L'11 marzo, per la prima volta a Vicenza, saliranno sul palco dell'Astra i giovanissimi Dewey Dell – al secolo Agata, Demetrio, Teodora Castellucci ed Eugenio Resta - figli d'arte della Societas Raffaello Sanzio. La loro nuova, fantascientifica creazione, "Marzo", nasce dall'incontro con due artisti giapponesi, il fumettista e artista visivo Yuichi Yokoyama e il drammaturgo e direttore teatrale Kuro Tanino ed è un racconto per immagini che si nutre della tradizione artistica antica e contemporanea del lontano Oriente, in uno scenario post-atomico dentro ad un immaginario manga. 

A seguire, il genio irriverente del duo Rezza/Mastrella, che da più di venticinque anni distruggono le regole della sintassi teatrale: la loro nuova, dissacrante satira della società contemporanea, "Anelante", andrà in scena in prima regionale sabato 19 marzo.

Chiude il cartellone, sabato 9 aprile, il Collettivo Cinetico con "Amleto", secondo appuntamento di "Classico Contemporaneo". Attraverso una drammaturgia brillante, la formazione guidata dalla giovane e premiatissima coreografa e danzatrice Francesca Pennini metterà in scena una sorprendete audizione per il ruolo del protagonista della tragedia shakespeariana, per uno spettacolo che si rivelerà essere un'intelligente sperimentazione di una diversa forma partecipativa all'arte dal vivo.

Ma il progetto non si esaurisce qui. "Terrestri" sarà arricchito da incontri con gli artisti, laboratori (tra cui un percorso sul teatro sociale) e da una serie di iniziative collaterali ideate con alcune tra le realtà più significative del nostro territorio nell'ambito della promozione sociale e nell'innovazione teatrale. "In particolare – spiega Sergio Meggiolan – gli artisti in cartellone si legheranno a due progetti formativi: "Fabbricateatro", un percorso di laboratori teatrali sul lavoro dell'attore, e "Teatro sociale e di comunità", che per il secondo anno esplorerà lo strumento del teatro all'interno dei contesti sociali ed educativi".

"Classico contemporaneo" si presenta anch'esso come un progetto articolato su più livelli, per dare ad alcuni degli artisti presenti nel cartellone la possibilità di sviluppare la propria ricerca teatrale e al contempo instaurare un dialogo con la città attraverso prove aperte, workshop, contatti con le scuole e altri soggetti del territorio. In questo ambito, attraverso una residenza artistica i Fratelli Dalla Via realizzeranno la seconda tappa di "Assoluto Inizio", il progetto sulla lingua di Andrea Pazienza, mentre il Collettivo Cinetico coinvolgerà il pubblico vicentino attraverso una open call per selezionare un gruppo di ragazzi e uomini che parteciperanno in maniera inusuale allo spettacolo programmato all'Astra, interagendo con l'azione scenica.

Gli abbonamenti saranno disponibili dal 13 ottobre, in due diverse formule: all'intera rassegna (intero 100 euro, ridotto 80 euro) e a 5 spettacoli a scelta libera (intero 65 euro, ridotto euro 55). Le tessere saranno prenotabili anche telefonicamente oppure on-line dal sito del Teatro Astra e acquistabili presso l'Ufficio del Teatro Astra (contra' Barche 55) con i consueti orari: dal martedì al venerdì dalle 9.30 alle 13 e dalle 15 alle 18, e fino al 7 novembre anche il mercoledì pomeriggio fino alle 19 e il sabato mattina dalle 10 alle 13. I biglietti saranno in vendita dal 10 novembre al costo di 15 euro l'intero e 12 euro il ridotto (senza costi di prevendita).

Informazioni per il pubblico: Ufficio Teatro Astra, contra' Barche 55 – Vicenza; telefono 0444 323725, info@teatroastra.it, www.teatroastra.it

Informazioni per la stampa
Gloria Marini
La Piccionaia Centro di Produzione Teatrale


IL PROGRAMMA

ven 13 nov giuliana musso / antonella questa / marta cuscunà wonder woman
gio  26 nov motus mdlsx
ven 11 dic  babilonia teatri inferno
ven 29 gen stefano scandaletti / indigena teatro troilo e cressida
sab 13 feb  ascanio celestini laika
ven 26 feb  fratelli dalla via drammatica elementare
ven 11 mar dewey dell marzo
sab 19 mar antonio rezza / flavia mastrella anelante
sab 09 apr  francesca pennini / collettivo cinetico amleto
Apertura di stagione al femminile, venerdì 14 novembre, con tre indiscusse protagoniste della scena nazionale: Giuliana Musso, Antonella Questa e Marta Cuscunà, attrici e autrici dai percorsi originali che si incrociano in "WONDER WOMAN. DONNE DENARO. SUPERPOTERI". Uno spettacolo in cui l'attualità si intreccia con i racconti biografici e la realtà è raccontata con l'arma a doppio taglio della satira, per dare spazio al tema dell'indipendenza economica delle donne in Italia. Perché, anche se si è forti come Superman, essere femmina comporta degli svantaggi? Perché, mentre si trovano notizie sulla professione e lo status sociale dei supereroi maschi, della carriera delle loro colleghe donne sappiamo poco o nulla? 
E poi l'amore: Wonder Woman rinunciò ai suoi superpoteri per stare vicino al suo innamorato, che però venne ucciso nell'episodio successivo. Le superdonne, in generale, sono un po' sfortunate in amore... 
Un racconto solo a tratti fumettistico che indaga un mondo fatto di stereotipi di genere, divorzio, violenza psicologica e fisica, diritti mancati; ma anche popolato da donne e uomini che, pur non avendo poteri sovrumani, affrontano la quotidianità dell'amore, del lavoro, della famiglia con voglia di cambiamento. Donne e uomini con uno sguardo che non si accontenta. Che, se l'Italia ora assomiglia a Gotham, sono pronti a farla diventare Metropolis.

Giovedì 26 novembre la compagnia riminese Motus, tra i maggiori esponenti del teatro di ricerca non solo italiano, presenterà "MDLSX", un viaggio teatrale per dare inizio ad un'esplorazione sui confini. In scena, Silvia Calderoni si avventura in un esperimento dall'apparente formato dj/vj set: un ordigno sonoro, un inno lisergico e solitario alla libertà di divenire, al gender b(l)ending, all'essere altro dai confini del corpo, dal colore della pelle, dalla nazionalità imposta, dalla territorialità forzata, dall'appartenenza a una patria. Uno spettacolo che tende verso la fuoriuscita dalle categorie – tutte, anche quelle artistiche – e che oscilla sulla confusione tra fiction e realtà. In MDLSX collidono brandelli autobiografici ed evocazioni letterarie: in particolare da Judith Butler e dai suoi "Questione di genere" (2013) e "La disfatta del genere" (2006) che, con "Manifesto Cyborg" (1995) di Donna Haraway, "Manifesto contro-sessuale" (2002) di Paul Beatriz Preciado e altri luoghi del caleidoscopico universo dei manifesti queer, tesse il background di questa performance.

Nasce dall'incontro tra Babilonia Teatri, la dirompente formazione veronese che ha rivoluzionato il linguaggio del contemporaneo in Italia e gli attori (disabili e non) del Laboratorio-Scuola/Compagnia ZeroFavole di Reggio Emilia lo spettacolo "INFERNO", in programma venerdì 11 dicembre in prima regionale. In scena, attori che non fingono, ma anzi sono se stessi, per uno spettacolo che racconta il mondo delle persone con disabilità e incarna il sogno di continuare a fare del teatro un luogo vivo, capace di trasformare le cose e persone. "Affermare che Daniele è down è corretto – spiegano - ma Daniele è molto altro. Affermare che Selika è in sedia a rotelle è corretto, ma Selika è molto altro. Lamin è nero, è alto e non parla l'italiano, ma Lamin prima di tutto è Lamin". Una doccia di varechina per scrostare etichette formalmente corrette, ma a tal punto univoche da falsare la realtà.

La programmazione del nuovo anno si apre venerdì 29 gennaio con la prima regionale di "TROILO E CRESSIDA", ultimo lavoro della giovane compagnia Indigena Teatro per la regia di Stefano Scandaletti. Lo spettacolo è una riscrittura di una tra le opere meno rappresentate, ma più perfette e moderne di Shakespeare, che con amarezza e disincanto racconta la guerra e l'amore sullo sfondo di un plumbeo orizzonte di distruzione: quello di un conflitto aspro e infinito, la guerra di Troia. Eroi che si svelano come fragili protagonisti di storie umanissime: tradimenti fatti, ricevuti, paure e travestimenti diventano mezzi per non affrontare la crudeltà della guerra, o della vita. Un'opera che racconta l'insofferenza dell'uomo al suo presente e l'inadeguatezza al sacrificio pur sentendo la necessità di un cambiamento imminente. "Ci siamo serviti di Troilo e Cressida – spiega Scandaletti - come pretesto per interrogarci sulla tenacia, o la presunta assenza di volontà, che noi giovani abbiamo nel lottare per sopravvivere al presente. Cosa può insegnarci la poesia che vibra nei corpi di questi eroi?"

Venerdì 13 febbraio sarà la volta di Ascanio Celestini, che torna all'Astra con la prima regionale del ultimo spettacolo intitolato "LAIKA". Protagonista è Gesù: un Gesù improbabile che dice di essere stato mandato molte volte nel mondo e si confronta con i propri dubbi e le proprie paure. Vive chiuso in un monolocale di periferia, affacciato sul parcheggio di un supermercato dove un barbone di giorno chiede l'elemosina e di notte dorme tra i cartoni. Con lui c'è Pietro, che passa gran parte del tempo fuori di casa ad operare concretamente nel mondo: fa la spesa, compra pezzi di ricambio per riparare lo scaldabagno, si arrangia a fare piccoli lavori saltuari per guadagnare qualcosa. E, soprattutto, gli racconta quello spicchio asfaltato di mondo: perché Gesù, mandato da Dio questa volta non per redimere l'umanità ma solo per osservarla, è cieco. E non vuole far entrare nessuno in quel monolocale, forse per lasciarsi andare a pensieri e riflessioni: sui miracoli, sul triste destino di Giuda, sul suicidio e soprattutto sul quel povero barbone, un emigrato clandestino arrivato su un barcone. La carica scenica di uno dei più amati protagonisti del teatro italiano, accompagnato dalla fisarmonica di Gianluca Casadei ad evocare atmosfere popolari, per raccontare come il crollo delle ideologie stia erodendo anche le religioni, osservate attraverso gli occhi senza vista di un povero Cristo.

Sarà invece una prima nazionale quella dei Fratelli Dalla Via con "DRAMMATICA ELEMENTARE", che debutterà all'Astra venerdì 26 febbraio. Un ritorno attesissimo, quello della premiata compagnia di Tonezza salita alla ribalta dei palcoscenici nazionali grazie ad una personalissima cifra artistica fatta di ricerca linguistica, radicamento territoriale, ironia tagliente e punte di cinismo.  Ultima tappa del loro percorso, questo dissacrante nuovo abbecedario: un esperimento di ludo-linguistica fatto di enigmi e tautogrammi, al servizio di una favola scolastica che ha come obiettivo quello di viaggiare dentro l'evoluzione del lessico ed esaltarne la forza ritmica e contenutistica. Perché siamo quello che parliamo, e le nostre parole sono la nostra casa. "Ci ha ispirati il fatto che un dizionario contenga tutta una lingua – spiegano i fratelli Marta e Diego - ma che da solo non basti per possederne i meccanismi. Ci ha travolti pensare al potere che hanno le parole e a come possano mutare pensieri e dna sociale, non solo di un singolo ma di una comunità.  Che cosa succede quando una nuova parola entra nella nostra vita, spesso a scapito di un'altra?"

Per la prima volta a Vicenza, venerdì 11 marzo saliranno sul palco i giovanissimi Dewey Dell, figli d'arte della Societas Raffaello Sanzio, con "MARZO", la loro nuova, fantascientifica creazione. Scenario post-atomico e immaginario manga per un racconto per immagini nato dall'incontro con due artisti giapponesi, il fumettista e artista visivo Yuichi Yokoyama e il drammaturgo e direttore teatrale Kuro Tanino. Uno spettacolo che si nutre della tradizione artistica nipponica, dal teatro antico al moderno brand design con le sue mille diramazioni nella produzione di anime e videogame. Perché "Marzo"? "Sin dai tempi antichi - raccontano i Dewey Dell - marzo è sempre stato considerato il mese della guerra; l'inverno svanisce e lo sbocciare della primavera segna il momento di tornare a combattere".

 Sarà poi la volta del genio irriverente del duo Rezza/Mastrella, che da più di venticinque anni distruggono le regole della sintassi teatrale: la loro nuova, dissacrante satira della società contemporanea, "ANELANTE", andrà in scena in prima regionale sabato 19 marzo. "Anelante è un participio – spiegano – che sta per una brama in divenire". In scena, oltre a Rezza e a Bellavista, altri tre performer: "Volevamo cambiare metodo, recuperare una dimensione più selvaggia, con più corpi. Il testo s'articola con parole che vanno sempre più verso il suono. Perché ormai con la bellezza conosciuta del parlato ci annoiamo. Lessico mescolato a silenzio, Alternarsi tra rumore incessante e mutismo assordante. Non c'è una logica già usata, tra le figure. Le figure sono come un'eco, espandono la forza e l'energia di Antonio, la moltiplicano, la danno ai poveri".

Chiude il cartellone, sabato 9 aprile, "AMLETO", del Collettivo Cinetico guidato dalla giovane e premiatissima coreografa e danzatrice Francesca Pennini. Una drammaturgia brillante e intelligente che riesce a declinare Shakespeare in maniera originale: attori professionisti, dilettanti, malcapitati, timidi intellettuali, registi, parrucchieri, esibizionisti, danzatori, assicuratori annoiati, critici, virtuosi e sostituti dell'ultimo minuto: tutti si contendono il titolo di protagonista dello spettacolo. Sospesi tra ironia e tragedia, guidati da un'incorporea voce fuori campo e seguiti da secondini muti, i candidati si sfidano in una serie di prove che sintetizzano i principi formali dell'opera shakespeariana. Un'improbabile audizione diventa così un'indagine cinetica che si coniuga nelle forme ludiche dell'intrattenimento e nella sperimentazione di una diversa forma partecipativa all'arte dal vivo, in cui saranno gli spettatori ad eleggere il vincitore del titolo, unico superstite tra i corpi e i resti dei suoi avversari abbandonati al suolo.

La stagione del Teatro Astra si apre il 13 novembre, tante prime regionali e una prima nazionale

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