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lunedì 12 ottobre 2015

Al Teatro Lirico di Cagliari dal 20 al 29 Novembre in scena "LA JURA" - in un amplio progetto di salvaguardia e diffusione delle tradizioni musicali sarde, usi e costumi

La Jura
L'opera di Gavino Gabriel
porta in scena le tradizioni culturali della Sardegna


Dal 20 al 29 novembre 2015 (9 recite), al Teatro Lirico di Cagliari va in scena La Jura, libretto e musica di Gavino Gabriel. Rappresentata per la prima volta a Cagliari nel 1928, l'opera (in cinque quadri) viene proposta in un nuovo allestimento scenico e in una nuova edizione musicale conforme all'ultima versione manoscritta della partitura, mai eseguita in precedenza e presentata al Lirico in prima esecuzione assoluta nell'ambito della Stagione lirica e di balletto 2015.
"La decisione di riportare alla luce una composizione inedita – sottolinea Susanna Pasticci, responsabile del progetto e curatrice della nuova edizione della partitura – nasce dalla considerazione del grande valore storico e artistico di un'opera che rappresenta uno dei primi tentativi, a livello internazionale, di coniugare la tradizione dell'opera lirica con i grandi patrimoni della musica popolare. Nella sua attività di etnomusicologo, Gabriel dedicò gran parte della vita a raccogliere i patrimoni di cultura popolare della Sardegna; componendo La Jura, decise di proiettarli nella dimensione universale del mito che alimenta la tradizione dell'opera lirica".

La Jura viene messa in scena dalla Fondazione Teatro Lirico di Cagliari grazie a uno speciale finanziamento della Regione Sardegna nell'ambito dell'Accordo di Programma Quadro Smart Business Factory, che utilizza fondi europei per valorizzare i patrimoni culturali della Sardegna attraverso la produzione di spettacoli dal vivo. Il progetto coinvolge diverse realtà locali e numerosi artisti sardi; nel cast artistico, musicisti di fama internazionale sono affiancati da giovani talenti selezionati attraverso bandi di audizione, workshop e percorsi formativi.

Regia, scene e costumi di questo nuovo allestimento de La Jura sono affidate a Cristian Taraborrelli, affiancato da Fabio Massimo Jaquone per i video, Guido Levi per le luci e Antonella Agati per le coreografie. L'Orchestra e il Coro del Teatro Lirico di Cagliari e il Coro a tàsgia dell'Accademia Popolare Gallurese Gavino Gabriel sono diretti da Sandro Sanna.

Gavino Gabriel (1881-1980) è un artista eclettico, che nel corso della sua lunga vita ha coltivato molteplici interessi: la musica, innanzitutto, ma anche le tradizioni popolari, la letteratura, le nuove tecnologie di riproduzione del suono e l'educazione musicale della collettività. Intellettuale finissimo, apprezzato da Giuseppe Prezzolini e Gabriele D'Annunzio (che lo ospitò a più riprese nella sua villa sul lago di Garda, per preparare una raccolta di canti popolari ed elaborare il progetto di un nuovo "Teatro lirico regionale"), contribuì alla fondazione della Discoteca di Stato e ne assunse la carica di primo direttore nel 1932. Di particolare rilievo la sua attività di etnomusicologo e il suo impegno per la valorizzazione e la diffusione del folklore musicale della Sardegna, che contribuì a far conoscere organizzando conferenze e concerti in tutta Europa; celebre la sua esibizione al Teatro Quirino di Roma con il coro a tàsgia di Aggius nel 1921, che gli valse l'entusiastico apprezzamento di Eleonora Duse e Grazia Deledda.


IL LIBRETTO

La Jura mette in scena una storia di amori e passioni che si nutre di tradimenti e giuramenti; il titolo dell'opera fa riferimento a un'antica forma di giuramento ordalico – la "jura" – che impone la morte senza vendetta a chi lo tradisce. L'intreccio amoroso coinvolge il poeta pastore Cicciottu Jacòni e il ricco pastore Burédda, che si contendono il cuore della dolce Anna e della bella Matalena; sullo sfondo si aggira inquietante la presenza di una terza donna, Pasca Ucchjtta, sedotta da Burédda e resa folle dalla morte della figlioletta Salvatora. Dopo mille peripezie e colpi di scena, la vicenda si conclude con un lieto fine che celebra il trionfo del vero amore.

Al di là della trama, ciò che Gabriel vuol davvero mettere in scena è un grande affresco corale, un universo di valori, uno spaccato di vita vissuta nella dimensione della collettività. La vera protagonista de La Jura è dunque l'intera comunità di Aggius, depositaria delle più antiche tradizioni popolari della Gallura: nella versione del libretto pubblicata nel 1927, infatti, l'opera reca il sottotitolo Cinque quadri di vita gallurese.

I personaggi non agiscono solo sulla scia di pulsioni individuali, ma sono guidati da codici di comportamento di antica memoria: la pricunta (il rito di contrattazione matrimoniale), l'abbracciu (il fidanzamento ufficiale), l'ora mala (l'influsso malefico), i rituali che scandiscono i raccolti e la vendemmia, le fiere e le feste religiose. Anche i luoghi dell'ambientazione scenica assumono una valenza rituale: gli stazzi (le case rustiche dei pastori), i boschi, le conche e le fontane sono spazi carichi di significati millenari che non si limitano a contenere l'azione ma la determinano, fino a condizionare le scelte e il comportamento dei personaggi.

La Jura è un'opera che chiama in causa temi di grande attualità e respiro culturale: la questione dell'identità, come risultato di un processo di negoziazione tra tradizioni e vissuti diversi; la possibilità di immaginare un punto di convergenza tra la dimensione dell'oralità, che è propria delle tradizioni popolari, e la dimensione della scrittura che alimenta la tradizione dell'opera lirica; e infine, la necessità di avviare una profonda riflessione sul valore delle identità locali, in un mondo che appare sempre più proiettato verso la globalizzazione.

LA MUSICA
La riscoperta di quest'opera aggiunge un tassello importante alla valorizzazione dei patrimoni dell'opera verista italiana: Gabriel fu, infatti, amico di Ruggero Leoncavallo e stretto collaboratore di Umberto Giordano, che propiziarono la composizione de La Jura e favorirono la realizzazione.

Dal punto di vista musicale, questo grande affresco di vita pastorale viene realizzato attraverso la rielaborazione di canti e melodie popolari della Sardegna, sapientemente incastonati in una partitura densa ed espressiva, in linea con la migliore tradizione dell'opera verista italiana. I cantanti, l'orchestra e il coro del Lirico sono affiancati da un coro a tàsgia, un'antica pratica di canto improvvisato a cinque voci molto diffusa in Gallura. L'impronta della musica popolare si avverte in tutta la partitura orchestrale, dove gli strumenti della famiglia dei legni sembrano evocare il suono aspro delle launeddas, mentre l'armonia si arricchisce di dissonanze grazie all'uso di condotte tipiche delle musiche di tradizione orale. Un audace esperimento di contaminazione che non si risolve in un semplice collage di elementi diversi: la musica popolare intrattiene un dialogo autentico e proficuo con la musica classica, restituendo all'ascoltatore un oggetto sonoro imprevedibile, ma sempre raffinato e originalissimo.

Il progetto di un nuovo allestimento de La Jura era in cantiere da molti anni, ma non era stato mai realizzato anche a causa della mancanza di un testo musicale affidabile; il compositore ha, infatti, lavorato alla partitura a più riprese, realizzando diverse versioni e operando ogni volta tagli, aggiunte e modifiche.

La prima stesura del libretto risale al 1907, e la prima versione della partitura venne composta tra il 1909 e il 1928; una seconda versione del testo musicale venne realizzata in vista delle riprese della fine degli anni '50 (Napoli 1958, Cagliari 1959). Dopo l'ultima rappresentazione il compositore decise di approntare una nuova versione della partitura, che non è stata mai eseguita, e che può essere ascoltata per la prima volta al Teatro Lirico di Cagliari il 20 novembre 2015.

Tutti gli autografi e i materiali di lavoro del compositore sono conservati presso gli archivi dell'Accademia Musicale Gallurese Gavino Gabriel di Tempio Pausania, e sono stati utilizzati per la realizzazione della nuova edizione della partitura e dello spartito curata della musicologa Susanna Pasticci.



L'ALLESTIMENTO SCENICO
Un altro elemento di qualità di questa nuova produzione del Lirico è la scelta di coniugare il rigore filologico – nel rispetto del testo e della volontà d'autore – con una messa in scena fortemente sperimentale. Regia, scene e costumi sono affidate a Cristian Taraborrelli, giovane artista poliedrico riconosciuto a livello internazionale (Premio Franco Abbiati 2004 e 2006; Prix du Syndacat de la Critique 2009, nomination al Premio Molière 2009, menzione speciale al Globe Prague Award 2015).

Taraborrelli ha progettato una regia e una scenografia dinamiche, in grado di esaltare la vocazione corale dell'opera attraverso l'uso di immagini che amplificano i dettagli dell'azione su grandi schermi; coreografie che prendono le mosse dalle danze popolari per sottolineare le sfumature del dramma; costumi che si ispirano alla tradizione popolare, ma ne rielaborano i colori in chiave pittorica.

JURA RADIO E JURA FILM
Mercoledì 25 novembre, alle ore 20,30, La Jura di Gavino Gabriel viene trasmessa in diretta radiofonica da RAI RadioTRE.

Dopo la rappresentazione in palcoscenico (20-29 novembre 2015), la nuova produzione de La Jura di Gavino Gabriel diventerà anche un'opera-film, in cui le immagini della messa in scena del Lirico si intrecciano con la visione degli scenari naturali della Sardegna in cui è ambientata l'azione.

Gabriel aveva cominciato a coltivare il sogno di una "realizzazione fonofilmica" de La Jura fin dall'epoca della prima rappresentazione dell'opera (Cagliari 1928), elaborando un progetto di sceneggiatura pionieristico e molto dettagliato.

Il film è realizzato dallo stesso staff creativo che firma la messa in scena del Lirico con la regia di Cristian Taraborrelli e Fabio Massimo Iaquone, due artisti di grande esperienza nel campo del teatro e della cinematografia sperimentale.




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