Sala Fassbinder I 3 - 21 giugno
Lola che dilati la camicia
dall'autobiografia di Adalgisa Conti a cura di Luciano Della Mea
drammaturgia Marco Baliani, Cristina Crippa e Alessandra Ghiglione
regia Marco Baliani
scene e costumi Carlo Sala
con Cristina Crippa e Patricia Savastano
luci Nando Frigerio
produzione Teatro dell'Elfo
Per l'ultima volta in scena uno degli spettacoli più toccanti prodotti dalla Compagnia dell'Elfo, debuttato diciotto anni fa e diretto da Marco Baliani, con Cristina Crippa e Patricia Savastano protagoniste di un intenso rito della memoria.
"Gentilissimo sig. Dottore, questa è la mia vita". Con queste parole, che testimoniano da subito un'intenzione sincera e penetrante, Adalgisa Conti, internata in manicomio a ventisei anni nel 1914, indirizza una lettera al proprio medico nella speranza che riconsideri il provvedimento di ricovero.
Non ricevendo risposte, dopo questa lettera Adalgisa tace; diventa, realmente, una paziente del reparto agitate, 'sudicia, erotica, impulsiva', e, per quasi settant'anni, 'invariata'. Abbandonata a se stessa, senza più una famiglia, è destinata a rimanere in manicomio fino alla fine dei suoi giorni, ormai novantenne.
Questa storia, tornata alla luce grazie a Luciano Della Mea che aveva pubblicato nel 1978 la lettera e altre testimonianze (ristampate da Jaca Book nel 2000), ha appassionato Cristina Crippa che, con Marco Baliani, Alessandra Ghiglione e Patricia Savastano, ne ha tratto una versione teatrale che ha commosso gli spettatori sin dal suo debutto al Teatro di Porta Romana di Milano nel 1996.
Lo spettacolo diretto da Marco Baliani, Lola che dilati la camicia, dà nuovamente voce ad Adalgisa coinvolgendo gli spettatori in una sorta di intenso rito della memoria: Cristina Crippa è una protagonista intensa e commovente che ripercorre tra afasie e illuminazioni improvvise, parole smarrite e ritrovate, il labirinto della memoria di Adalgisa, destinato a sfociare in una disperata follia.
Il regista ha reinventato un linguaggio fatto di gesti minimi, piccoli cenni, belbettii sommessi che esprimono tutta la vitalità della donna troppo a lungo repressa. Patricia Savastano è la sua infermiera-guardiana, ma anche sua sorella e custode, quasi ossessivo doppio delle visioni dell'altra. Le due attrici esplorano insieme il filo tenue che le unisce, la continua interdipendenza e reciprocità che le rende in definitiva una coppia.
Cristina Crippa s'incide come un'icona violenta e insieme diafana, con lo sguardo perduto e il corpo proteso nel nulla, scosso dai raptus o placato negli abbandoni. Con lei Patricia Savastano, secondina e solidale, inserviente e narratrice, che si divide tra trasfigurazione e testimonianza.
Toccanti la scena dell'abluzione nella tinozza e il duetto con la "nutrice" a imboccare le parole alla donna perduta. Così, tra un bagno purificatore e la trasformazione finale in grottesca maschera della follia, la vita si smarrisce fissandosi in un urlo senza respiro alla Munch e la proiezione del reperto della scrittura. Un successo. Antonio Calbi, la Repubblica (1996)
Rumori che non si sa se siano mostruose invenzioni della mente, parole capaci di ferire lo spazio malato che rinchiude l'inquietante bellezza di Lola che dilati la camicia. (...) Costruito sulle parole di dolore di una donna, autobiografia di Adalgisa Conti affidato da Marco Baliani al talento di Cristina Crippa e Patricia Savastano. Spettacolo intenso e crudele, per raccontare di una donna rinchiusa ancora giovane in manicomio, di una lunga vita minuziosamente appuntata, in deliranti desideri d'amore, appassionati ricordi, frammenti diseredati, sopraffazioni e cancellazioni. Dolore del corpo e dell'anima disegnati da Cristina Crippa in piccoli gesti, sguardi, pulsioni e tensioni. Emozionati e meritatissimi applausi.
Giulio Baffi, la Repubblica (2006)
________________________________________________________________________________________3 - 21 giugno, sala Fassbinder - martedì/sabato ore 21 (lunedì e domenica riposo) - Prezzi: intero € 30.50 - ridotti € 27 e € 16 Martedì € 20 - Info e prenotazioni: 02/0066.06.06 - www.elfo.org
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