Piccolo Eliseo
24 febbraio – 6 marzo 2016
Madame Bovary
di Gustave Flaubert
riscrittura Letizia Russo
personaggi e interpreti (in ordine di apparizione):
Emma Bovary Lucia Lavia
Charles Bovary Lino Musella
Homais Gabriele Portoghese
Léon Mauro Conte
Hippolyte Laurence Mazzoni
Berthe (Manovrata Da) Roberta Zanardo
Lheureux Elisa Di Eusanio
Rodolphe Xhuljo Petushi
scene e costumi Marta Crisolini Malatesta
disegno luci Pietro Sperduti
musiche Giacomo Vezzani
z
regia Andrea Baracco
Produzione KHORA TEATRO
prima nazionale
Non conosci davvero un uomo fino alla notte o al giorno in cui vai a letto con lui.
Non conosci davvero una donna mai. Neanche se quella donna sei tu.
Oltraggio alla morale. Appena pubblicato, Madame Bovary viene subito messo sotto inchiesta. Troppo reale, quasi tangibile, l'adulterio raccontato da GustaveFlaubert; troppo vero il suo personaggio di giovane donna di provincia accerchiato dalla noia.
Dal 24 febbraio al 6 marzo, in prima nazionale al Piccolo Eliseo, il noto e amato primo romanzo dello scrittore francese trova la via della scena nella riscrittura teatrale di Letizia Russo, con la regia di Andrea Baracco.Protagonisti Lucia Lavia, Lino Musella, Gabriele Portoghese, Mauro Conte, Laurence Mazzoni, Roberta Zanardo, Elisa Di Eusanio, Xhuljo Petushi.
Ristretta tra le insoddisfazioni, Emma Bovary si macera in un un'esistenza senza sussulti, vuota perfino di linguaggi. Nella versione teatrale come nel romanzo, le parole sono più efficaci nel mascherare che nel trasmettere la verità: a Madame Bovary non resta che intrecciare un tessuto di bugie con cui ripararsi come può dal male di vivere. È una lotta (impari) contro le ristrettezze di una morale che non può e non vuole dire.
NOTE DI REGIA
Nel 1856 quando fu pubblicato, il romanzo Madame Bovary scosse profondamente l'alto senso di rispettabilità dei guardiani della pubblica morale, e Flaubert fu processato come autore di un'opera indecente, addirittura scandalosa.
Perché tanto scalpore? Emma Bovary, come Don Chisciotte, come Amleto è una sapiente fabbricatrice di illusioni, e pare mossa, sempre, da una folle, a tratti esasperante, volontà di renderle concrete queste illusioni, di cucirsele addosso, indossarle senza curarsi delle evidenti sproporzioni che portano in dote, di farne splendidi fondali a uso e consumo della propria sbiadita esistenza. La signora Bovary, vittima delle proprie fantasie, nel desiderio di far del suo percorso sulla terra materia da romanzo, nella ferma volontà di divenire protagonista indiscussa della vita che le hanno dato da vivere, inciampa costantemente fino a perdere il ritmo dei propri passi, per poi sbagliare grossolanamente il tempo dell'ingresso in scena, così, anziché precipitare in quell'orgia perpetua che crede aver diritto di abitare si ritrova in una stretta gabbia piena di trappole, doppi fondi, bassezze e personaggi caricaturali; un luogo che non possiede né l'altezza vertiginosa di un qualche paradiso né l'abisso profondo dell'inferno, ma solo l'insopportabile umida orizzontalità di un acquitrino melmoso.
E allora Emma Bovary si dimena forsennatamente per trovare almeno la giusta posa o il profilo migliore, prova addirittura ad adeguare la sua immagine all'interno di un'inquadratura che però ha sempre i bordi troppo stretti, con il risultato che anziché trovarsi sulla soglia della tanto agognata grazia, si ritrova spesso a varcare un'altra soglia, molto più prossima alla condizione umana, quella del ridicolo.
Andrea Baracco
NOTE AL TESTO
Nel 1856 quando fu pubblicato, il romanzo Madame Bovary scosse profondamente. Emma Bovary, nata Rouault, tradisce suo marito con due uomini diversi. Partorisce una figlia che non ama. Dilapida i soldi che ha e quelli che non ha. Sacrifica innocenti sull'altare della propria ambizione. E alla fine muore di suo pugno, senza aver mai provato quell'indefinibile assoluto che pensava fosse l'amore. Ma Emma tradisce costantemente anche il lettore, e di conseguenza chi, come me, le si avvicina per traghettarla dalla pagina scritta all'azione del teatro. È un mistero, Emma Bovary. Un labirinto pieno di false piste, di inganni voluti e non voluti: ogni volta che sembra vicina una soluzione, una spiegazione al suo mistero, il mistero riprende forza. Perché non basta una vita noiosa, un marito non brillante, e l'essere nata donna per spiegare il fuoco che la muove. Non bastano le letture sociologiche che, banalmente, interpretano Emma come paladina di una liberazione che, nei fatti, non esiste, né quelle biografiche riguardanti Flaubert per contenerla in una logica. Nulla basta a spiegare veramente questo personaggio e i suoi comportamenti, le sue smanie, le sue disperazioni, la sua ferocia, la sua fragilità. Così, come succede a suo marito Charles, dopo la fascinazione, dopo il dubbio, dopo la rabbia, non resta che contemplare Emma per quello che è: un abisso che disobbedisce alle regole della narrazione perché troppo vicino al caos della vita. E non conta che l'azione si svolga in una realtà provinciale della Francia dell'Ottocento: le sue voglie sconfinate, la necessità d'infinito, sono anche le nostre, così lontani dal suo tempo eppure così vicini alla sua impossibilità di trovare pace.
Letizia Russo
LETIZIA RUSSO Drammaturga romana, classe 1980, inizia a scrivere per il teatro a diciassette anni. Si aggiudica il Premio Grinzane-Cavour con il Dialogo tra Pulcinella e Cristo e il suo primo testo teatrale Niente e Nessuno viene messo in scena nel 2000. Nel 2001 con Tomba di cani l'autrice vince il Premio Tondelli e, nel 2003, il Premio Ubu nella sezione "miglior novità drammaturgica". Negli anni successivi si susseguono ulteriori e apprezzati testi teatrali tra cui Binario Morto – Dead End (2003), rappresentato da trentadue compagnie giovanili in tutto il Regno Unito e al National Theatre di Londra, Babele (2004), da cui la RAI realizza nel 2010 un prodotto televisivo per la regia di Sandro Vanadia.Nel 2009, insieme a Cristina Pezzoli e un vasto gruppo artistico proveniente da tutta Italia, è cofondatrice di Compost, uno spazio di ricerca, formazione e produzione teatrale con sede a Prato. I suoi testi sono tradotti e rappresentati in Francia, Germania, Inghilterra, Portogallo, Cile, Brasile e Romania.
ANDREA BARACCO Si laurea in Lettere e Filosofia all'Università di Roma "La Sapienza". Si diploma e perfeziona in regia presso l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio d'Amico". Tra i suoi lavori più importanti: nel 2011 firma la regia di Giulio Cesare di William Shakespeare, spettacolo andato in scena al Globe Theatre di Londra e vincitore DEL CERTAMEN ALMAGR-OFF, Festival Internacional del Teatro Clasico di Almagro (Spagna). Nel 2012 dirige, per la rassegna "Garofano Verde", Johnson – Nelle stanze del Presidente da un racconto di David Foster Wallace, con Paolo Bonacelli. Nel 2012 debutta alla regia cinematografica dirigendo il film La logica delle cose, di cui è anche co-sceneggiatore. Nel 2013 mette in scena Vita di Edoardo II d'Inghilterra di Bertolt Brechtall'Olimpico di Vicenza per il 66° ciclo di spettacoli classici per la direzione di Eimuntas Nekrosius. Nel 2014 firma la regia di Hamlet di William Shakespeare (produzione Romaeuropa Festival, Teatro di Roma e 369gradi) che ha debuttato al Festival del teatro Classico di Almagro (Spagna) e in prima nazionale al Teatro Argentina di Roma all'interno del Romaeuropa Festival. Nel 2012, 2013, 2014 firma rispettivamente le regie di Troilo e Cressida di William Shakespeare, Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespere e Odissea di Derek Walcott, per il TSA (Teatro Stabile d'Abruzzo). All'attività di regista coniuga quella di docente di recitazione e regia.
Durata spettacolo 2 ore e 30' compreso l'intervallo - 2 atti
PICCOLO ELISEO
Da mercoledì 24 febbraio a domenica 6 marzo 2016
Orario spettacoli: mercoledì, giovedì venerdì e sabato ore 20.00 – domenica ore 16.00
Biglietteria tel. 06.83510216 |Giorni e orari: da martedì a domenica 9.30 – 19.30
Call center Vivaticket: 892234
Prezzi da 16 € a 20€
--
www.CorrieredelWeb.it
Nessun commento:
Posta un commento