Lo spettacolo Il banco vuoto
- in scena al Verdi per due sole serate speciali il 18 e il 19 novembre - parla a giovani e adulti e affronta un tema
delicato, urgente e sempre più diffuso: il
ritiro sociale acuto.
Ne parla utilizzando le suggestioni del
linguaggio teatrale - per la regia di
Sara Mignolli e l’interpretazione di Roberto Radicioni) - a
partire dalle riflessioni e
spunti contenuti dal libro omonimo di Antonio Piotti , filosofo e
psicoterapeuta - che porta alla constatazione di un fenomeno di cui si sono
avute le prime avvisaglie in Giappone e che si sta rapidamente diffondendo
anche nel nostro Paese: la sindrome degli Hikikomori, letteralmente “reclusi”.
Gli psichiatri occidentali
definiscono questa problematica con il nome di “ritiro sociale acuto” e
segnalano come essa stia conoscendo una preoccupante espansione: secondo le
ricerche condotte dalla Fnomceo (Federazione italiana degli ordini dei medici)
240 mila ragazzi tra gli 11 e i 16 anni trascorrono mediamente più di tre ore
al giorno davanti al computer, e sono sempre più numerosi, solo in Italia circa
30 mila, i casi di “ritiro sociale acuto”, tanto da allarmare genitori,
insegnanti e medici.
Questi giovani e
giovanissimi si isolano nella loro stanza, rifiutano di andare a scuola e di
intrattenere una qualsiasi forma di relazione sociale. Quella degli Hikikomori
è una grave dipendenza dal web: i ragazzi vivono immersi per 8-12 ore nella
realtà virtuale, nascondendosi dal mondo reale, sfuggendo alle relazioni della
vita sociale.
Su questo argomento trae
origine lo spettacolo teatrale: si tratta del “diario di un adolescente in
estrema reclusione” in cui viene narrato il caso di Enrico, un ragazzo che ha
trascorso 6 anni della sua vita, dall’età di 15 anni fino ai 21, chiuso nella
sua camera; vengono affrontate le motivazioni che sottendono la scelta di
isolarsi dal mondo abbandonando la scuola e le relazioni; le dinamiche con la
famiglia, in particolare con la madre; le problematiche legate al corpo e al
senso di inadeguatezza; le difficoltà incontrate a scuola, con i compagni e con
le ragazze; il bisogno di rifugiarsi nella realtà virtuale.
Il libro di Piotti, già molto apprezzato da psicologi,
insegnanti e genitori, si presta a un allestimento scenico dedicato ai giovani - sia da un punto di vista formale, sia da un
punto di vista contenutistico - ma aperto in una visione “insieme” con i loro referenti
adulti ( famiglie educatori i ecc.): il problema degli Hikikomori e del
rapporto dei giovani con la rete, infatti, è di grande attualità e non ancora
sufficientemente affrontato dal mondo teatrale e artistico in genere.
Ci si rivolge non solo a ragazzi, adolescenti e giovani - ma anche
gli adulti, offrendo con i mezzi, forse “scientificamente” insoliti ma meno distanzianti e certo più
coinvolgenti, dello spettacolo teatrale
un momento di incontro e di confronto tra gli uni e gli altri, che possa
giungere a sollecitare comportamenti responsabili, scelte informate e
consapevoli del ruolo che ciascuno gioca nella società.
A tal proposito dunque lo spettacolo è ospite al Verdi, poiché si
affianca e arricchisce con un nuovo tassello il progetto Giovani
e nuove dipendenze, avviato dal
Teatro del Buratto nel 2011 per offrire uno strumento che sia in grado di interloquire e
di rivolgersi a quella generazione di giovani , supposti “senza
un sogno di futuro”, e a coloro i quali vivono, loro malgrado, un’epoca di “passioni tristi”.
Il progetto del Buratto ha preso forma attraverso una trilogia di
spettacoli: Binge Drinking. Mondo Liquido
(sull’abuso di alcol nei giovani), seguito da Nella Rete (cattivo uso di internet) e vedrò ad aprile 2015 il
debutto nazionale al Verdi di Io me la
gioco (gioco d’azzardo) testo e regia di Renata Coluccini. Tre tappe, scandite da diverse azioni
all’interno di in un percorso artistico che vede la produzione di spettacoli
teatrali, attività di laboratorio teatrale, momenti di informazione
“scientifica” e incontri di approfondimento tematico a vario livello.
Roberto Radicioni: (attore) ha conseguito il dottorato di ricerca in Informatica presso l'Università
degli Studi di Milano nel 2006. Dal 2005 recita nella compagnia teatrale
"gli Scrulli", con i quali ha portato in scena diverse commedie, da
quelle cinematografiche come "Frankenstein Junior" di Mel Brooks, a
quelle del teatro di tradizione come "Non è vero ma ci credo", di
Peppino De Filippo.
Maria Sara Mignolli (regista co-autrice):
si occupa di teatro di ricerca e di innovazione come
attrice e insegnante di recitazione. Ha studiato con i principali riferimenti
del teatro contemporaneo nazionale e internazionale (Orlandini, Abbondanza, De
Fazio, Mayers, Dioume, Kahan) e si è laureata alla facoltà di lettere e
filosofia all’Università degli Studi di Milano con una tesi su Jean Genet.
Antonio Piotti: (autore) filosofo, psicoterapeuta e insegnante, si occupa prevalentemente delle
problematiche legate all’adolescenza. Insegna filosofia al Liceo Agnesi di
Milano ed è socio della cooperativa Minotauro, presso la quale esercita
attività clinica e psicoterapeutica.
18 e 19 ottobre 2014
Compagnia Mignolli-
Piotti
IL BANCO VUOTO
Tratto
da Il Banco Vuoto di Antonio Piotti
Regia
di Maria Sara Mignolli
Con
Roberto Radicioni
Teatro Verdi
Via Pastrengo 16, Milano – Tel. 02
6880038
ORARI: da martedì a sabato: ore 21.00
BIGLIETTI: intero 20€ - convenzionati 14€ -ridotto over
65/under 25 10€
mercoledì posto unico 10€-
Vendita on-line: www.vivaticket.it (con diritto di prevendita)
INFORMAZIONI
E PRENOTAZIONI:
La Biglietteria presso il Teatro Verdi
è aperta solo nei giorni di spettacolo
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