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"Andare
a trovare un amico” – per me la parola non ha bisogno di aggettivi come
di solito si usa: sincero, vero, fidato, perché se non è sincero, vero,
fidato non è un amico ma un’altra cosa
Giuseppe Patroni Griffi (Napoli, 27 febbraio 1921 – Roma, 15 dicembre 2005)
Metti,
una sera a cena con Peppino, questo il titolo del documentario che
ricorda la vita personale e artistica di Giuseppe Patroni Griffi,
regista di teatro e cinema, drammaturgo, scrittore, sceneggiatore che ha
lavorato tra gli altri con Francesco Rosi e Luchino Visconti. Un
ritratto di un autore versatile, considerato tra i più grandi
commediografi del Novecento, ma forse un po’ dimenticato, firmato dal
giovane regista napoletano Antonio Castaldo, grazie anche alla preziosa
collaborazione con l’Istituto Luce Cinecittà e Fausto Nicolini, custode
dell’archivio personale dell’artista.
Il riferimento alla cena non è casuale, visto che si sa che a Patroni Griffi piaceva particolarmente riunirsi la sera a cena con gli amici per discorrere fino a tardi. Oggi le persone s’incontrano, trattano, litigano, fanno amicizia a tavola, unico posto dove veramente si dicono certe verità, afferma l’artista napoletano all’inizio del documentario. In quell’ambito, fuori dal contesto pubblico, si sentiva pienamente libero di esprimersi e si dice che, proprio durante queste serate, siano nate molte idee per le sue opere. Poliedrico il personaggio, come del resto poliedrico il documentario, scritto da Ilenia Amoruso, Elita Montini, Rosamaria Vaccaro e prodotto da 8 production di Laura Catalano, che prevede la combinazione di diversi linguaggi per accostarsi all’eclettismo del protagonista. È così che si passa da interviste fatte ad amici quali Raffaele La Capria, Massimo Ranieri e Giorgio Napolitano, a testimonianze di collaboratori come Vittorio Storaro e Gabriella Pescucci, studiosi come Mariano D’Amora e Valerio Caprara; si fa ricorso anche a immagini e ad animazioni (a cura di Francesco di Pietro) nonché a filmati storici, ridando poi anche vita a Rosalinda Sprint, la protagonista della sua opera Scende giù per Toledo, interpretata dall’attore Peppe Barra. Attraverso differenti linguaggi si mettono in luce gli aspetti che più interessavano all’autore, vale a dire la bellezza, la morte e l’amicizia. È comunque “la cena”, come detto, l’aspetto fondamentale del documentario, ed è per questo che nel finale siamo trasportati in una sala dove è presente una tavola imbandita che sembra invitarci a sedere per mangiare, elegantemente apparecchiata dall’altro attore presente nel documentario, Alessandro Formica. Metti, una sera a cena con Peppino, che a febbraio sarà presentato nei maggiori teatri italiani con prima tappa al Piccolo Eliseo di Roma, si avvale anche della collaborazione dell’omonimo nipote dell’artista, che troviamo in veste di aiuto regista.
Metti, una sera a cena con Peppino
Anno 2016 Paese Italia Durata 65’ Genere Documentario Produzione 8 production di Laura Catalano - Coproduzione e distribuzione Istituto Luce Cinecittà Con il contributo del Ministero degli Esteri, Ministero dei Beni e Attività Culturali Sostenuto da Fondazione Banco di Napoli Attori Alessandro Formica, Peppe Barra Regia Antonio Castaldo Aiuto regia Giuseppe Patroni Griffi Autori Ilenia Amoruso, Elita Montini, Rosamaria Vaccaro Dop Alfredo Lembo Montaggio Andrea Bonanni Animazione Francesco Di Pietro Musica Cinzia Gangarella Effetti visivi Marco Salvatori
Piccolo Eliseo
Via Nazionale 183 – 00184 Roma
Ingresso libero fino a esaurimento posti
Prenotazioni a cultura@teatroeliseo.com
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