dal 29 aprile al 3 maggio 2015
MAR DEL PLATA (nipote n° 500)
scritto e diretto da Caterina Venturini Con ISA BARZIZZA alla fisarmonica Fabio Ceccarelli con l'amichevole partecipazione di Maurizio Palladino e con il Laboratorio Teatrale Permanente Horti Lamiani musiche originali di Fabio Ceccarelli
Protagonista della piecès una signora del teatro italiano, compagna di lavoro del grande Totò per tanti anni: Isa Barzizza. Alla fisarmonica il musicista di Nicola Piovani, già prima fisarmonica della Rai, Fabio Ceccarelli. E ancora Maurizio Palladino, e il laboratorio teatrale permanente Horti Lamiani.
Una nonna alla ricerca del nipote 'rubato' dalla dittatura argentina. Una giovane donna alla ricerca della sua identità. Un paese che ancora cerca la verità sul suo passato.
Nel 1977 una giovane coppia viene sequestrata dai militari argentini e rinchiusa nella Scuola di Meccanica dell'esercito. Mentre l'uomo viene subito ucciso, si consente alla donna, incinta, di partorire prima di essere giustiziata. La bambina separata dalla madre, che viene subito dopo assassinata in uno dei famigerati "voli della morte" sul Mar del Plata, è data in adozione a una famiglia di militari legati al regime, dove cresce con un nome diverso da quello che la giovane madre le aveva dato, ignara della sua storia. Molti anni dopo, grazie ad alcune testimonianze ed eventi, e soprattutto attraverso l'aiuto di Luisita - Nonna di Plaza de Mayo, da trent'anni alla ricerca del figlio di sua figlia, uccisa dalla dittatura- scopre di essere la "nipote numero…". Un racconto teatrale, teso e intenso, costantemente intrecciato con l'emozione struggente e passionale del tango.
La pièces trae ispirazione dalle storie di Victoria Donda e di Estela Carlotto, raccontate rispettivamente nei libri Il mio nome è Victoria, della stessa Victoria Donda e Estela di Riccardo Petraglia. Ma fonte e ispirazione sono stati anche i diversi incontri effettuati con protagonisti di quel tragico momento storico e, ancora, i documenti, le testimonianze, gli atti processuali… La dittatura militare, chiamata Processo di Riorganizzazione Nazionale, ha lasciato tracce indelebili nella vita di migliaia di argentini. 30.000 persone desaparecide, 20.000 morte in combattimenti e scontri, 500 bambini sottratti e dati in adozione a famiglie gradite al potere.
In scena il dramma di tre generazioni. Giovani 'desaparecidos' nella fine degli anni '70, donne ormai anziane, Madri e Nonne di Plaza de Mayo, ancora in cerca nel 2000 inoltrato, dei loro nipoti e di giustizia per il loro figli, e giovani tra i 30 e i 40 anni che in questi anni stanno venendo tragicamente a conoscenza della loro origine, della loro adozione 'da pulizia etnica'.
Mar del Plata: strano crocevia, di bellezza e di dolore, luogo di nascita di Astor Piazzolla e luogo di morte della più grande poetessa del Sudamerica, Alfonsina Storni, che arricchisce la piecès con i suoi mirabili versi.
Una storia che ci parla della Storia, come già altri lavori dell'autrice Caterina Venturini (16 ottobre 1943 – Roma deportata; Sono Milena, da Praga; Un tappeto per volare –Storia di Iqbal Masih; Il Giusto che inventò il morbo di K )
Prezzo 15 euro posto unico
RASSEGNA STAMPA
TEATRO VASCELLO Roma
promozione speciale valida per due persone
dal 5 al 10 maggio 2015
dal martedì al sabato h 21, domenica h 18: 1 biglietto a 5 euro e 1 a 15 euro
al DEBUTTO ROMANO DELLO SPETTACOLO
MARCIDO MARCIDORJS E FAMOSA MIMOSA
Drammaturgia e regia: Marco Isidori
Scenario e costumi: Daniela Dal Cin
Interpreti:
Marco Isidori - Edipo
Lauretta Dal Cin - Giocasta
Maria Luisa Abate - Tiresia
Paolo Oricco - Creonte
Stefano Re - Servo/Pastore
Valentina Battistone - Messaggero
Virginia Mossi - Coro
Note di Marco Isidori
«Il nostro quarto appuntamento con i temi della tragedia attica (ricordiamo Agamennone 1988, I Persiani 1992, Prometeo incatenato 1998) consisterà, come è avvenuto per tutte le avventure spettacolari che ci hanno educato al grande mestiere della Scena, in un incontro/scontro con la seduzione tremenda e contraddittoria della scrittura dell'Edipo Re sofocleo.
Un elemento importante che ci ha guidato nella decisione di rappresentare questo corpo teatrale così tanto incrostato di suggestioni interpretative tra loro anche in palese discordanza, è stata la continuata, amorosa, fedele frequentazione dell' Edipo il Tiranno hölderliniano.
Hölderlin, insieme naturalmente con la profonda maestria sofoclea, è il mentore della versione marcidoriana della tragedia in questione: non ci siamo serviti direttamente della traduzione che Hölderlin fece del capolavoro sofocleo (traduzione all'epoca negletta e persino derisa), però, anche se assai discosta da questa, la nostra "riscrittura" dell'Edipo è stata spiritualmente influenzata dall'esito del gigantesco lavoro di sonda che il poeta tedesco ha dedicato all'originale dettato greco.
...Per quest'Edipo, Daniela Dal Cin ha pensato ad uno scenario che, nonostante la deprecata ma in questo caso ineliminabile normalità prospettica della visione all'italiana, dia al pubblico l'impressione forte di non essere escluso: una sorta di Zigurrat attrezzato con passaggi segreti, botole, troni semoventi, che si rivela come una vera e propria installazione/cornice per un'interpretazione anche pittorica della "Peste" tebana; il "Palazzo di Edipo" conterrà, ma "susciterà" pure, e in misura certa, la rappresentazione che i Marcido andranno a proporre della tragedia di Sofocle.»
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