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giovedì 30 aprile 2015

Vola Luisa dal Danubio al San Carlo

Strepitoso successo dell'opera "Luisa Miller" di Verdi al Budapest Spring Festival il 26 aprile con le straordinarie compagini artistiche del Teatro San Carlo di Napoli,Coro ed Orchestra,diretti rispettivamente dai Maestri Marco Faelli e Daniele Rustioni in un'esecuzione dell'opera che segna l'ingresso fondamentale nella maturità della drammaturgia  verdiana.
In questa occasione il cast degli interpreti era formato da: 
 Elena Mosuc (Luisa), Luciano Ganci (Rodolfo), Nino Surguladze (Federica), Dario Russo (il Conte di Walter), Marco Spotti (Wurm), Vitaliy Bilyy (Miller), Michela Antenucci (Laura).
Il pubblico ungherese ha accolto con grande calore ed entusiasmo tutti gli artisti nella splendida Sala del Palace of Arts.

L'opera è stata eseguita in forma di Concerto,ma tale  e tanto è stato il coinvolgimento e il pathos trasmessi dagli interpreti che non si è per nulla avvertita l'assenza della scena.
La prima rappresentazione di Luisa avvenne proprio al Teatro San Carlo l'8 dicembre 1848,opera commissionata proprio dall' Impresario Flauto,su libretto del Cammarano,tratta dal dramma schilleriano "Amore e raggiro".
Il nodo fondamentale della trama è costituito dall'Amore che lega I due giovani dell'Opera Luisa e Rodolfo,ostacolato,per obbedire a biechi interessi di potere ed ottuse convenzioni sociali,dagli "adulti" Il Conte Walter e Wurm,suo subalterno: tra lo scontro delle due generazioni  di adulti e dei giovani,questo uno dei temi nuovi trattati da Verdi da entrambi i punti di vista musicale e drammatico,si pone la figura del vecchio Miller,padre della ragazza,concepito come personaggio "buono", moralmente positivo perché si oppone alla tirannia dei potenti,ma anello debole della catena,in quanto si mostra sprovveduto e titubante di fronte alla sicurezza affettiva e al coraggio della figlia.
I caratteri  principali della maturazione della drammaturgia verdiana  in progress impiegati in quest'opera sono da ravvisare prima di tutto nella più intima connessione tra pensiero musicale e pensiero poetico e cioè la parola diventa sempre più musica :  con l'incalzante ritmo affannoso,il canto che spesso sfocia nel grido in invocazione o imprecazione,l'espressionismo verdiano comincia a prevalere sulle forme tradizionali dell'arte musicale,l'invenzione tematica e la cantabilita' degli sviluppi.
Un'opera che comincia ad approdare alla modernità del realismo drammatico.
Dal manierismo del coretto "Ti desta o Luisa" degli abitanti del borgo festanti alla liricità della romanza tenorile "Quando le sere al placido",dal composto Coro da Caccia fino al pathos del duetto Miller Luisa "N'andrem raminghi e poveri",delineano l'altalenante digressione dalle convenzioni alle innovazioni.
L'allestimento scarno ed essenziale che il Teatro San Carlo propone con la regia di Andrea De Rosa dal 5 al 19 maggio probabilmente prova ad essere coerente e in sintonia con questa tendenza drammaturgica verdiana sopra descritta.
Il passaggio dalla forma concertistica,realizzata a Budapest,a quella scenica del San Carlo in questo modo non penalizzerà eccessivamente la messinscena dell'opera.
Quel che preme sottolineare è che le maestranze di questa gloriosa Istituzione Culturale Nazionale,così ormai si deve necessariamente qualificare il San Carlo,artistiche ( Coro,Orchestra,Corpo di Ballo) e tecniche ne sono il fiore all'occhiello e riescono sempre ad esprimersi ad alto livello in ambito internazionale,come dimostrato ancora una volta in questa breve ed intensa trasferta ungherese!

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