Dal 9 al 15 gennaio, la stagione del Teatro Libero di Milano riprende con "Atra Bile" di Laila Ripoll, autrice madrilena contemporanea, che sarà a Milano per l’occasione.
Immaginario sequel de “La casa di Bernarda Alba” di Federico Garcia Lorca, qui la drammaturga spagnola gioca a chiedersi: “Cosa sarebbe successo, se un uomo fosse entrato a sconvolgere il microcosmo familiare della vedova tenutaria e ci avesse piantato radici, sposandone effettivamente una delle figlie?”.
Quel che ne vien fuori è un testo dall’ironia tagliente e grottesca che racconta di una situazione drammatica di chiusura, in cui predominano la difesa dell’onorabilità a tutti i costi e una religiosità tanto bigotta, quanto facile alla fascinazione del rito pagano.
Il livore di ataviche rivalità familiari monta in rabbia repressa per poi esplodere in bile nera (atra bilis) e incontrollabile.
Attorno al feretro dell'unico uomo che abbia mai avuto l'ardire di violare l'inespugnabilità di quella casa, quattro vecchie donne rievocano una vita segnata da trame, invidie, meschinità e gelosie reciproche e inconfessabili mentre con inatteso “Realismo magico” alla Garcia Marquez, il morto nella bara ringiovanisce, ripercorrendo le età fino a risalire alla sua splendida giovinezza.
La figura maschile funge da detonatore in una situazione di chiusura e solitudine al femminile.
L’autrice disegna quattro personaggi femminili di una crudeltà degna di un Valle-Inclan.
Il testo inoltre offre diversi piani di lettura, un primo livello è di puro divertissement, ma approfondendolo scopriamo una rielaborazione colta della drammaturgia spagnola del siglo de oro e inoltre ne è possibile anche una lettura politica (la dittatura franchista e il buio delle coscienze).
Per ultimo la scrittura che è un esempio straordinario di grottesco noir, genere poco frequentato dai nostri autori italiani.
Con il patrocinio dell’Istituto Cervantes di Milano
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