Cinema e Teatro
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domenica 17 luglio 2016
Anche questa volta il buon Andrea Brusa mi ha concesso l’onore di discettare sullo spettacolo teatrale MON COEUR - rivisitazione personale in chiave moderna del Cyrano di Edmond Rostand - di sabato scorso da lui stesso scritto e prodotto (ma questa volta messo in scena in sua assenza) che ha permesso, ai tanti che hanno saputo cogliere questa opportunità, di vivere una serata unica ed indimenticabile negli spazi a lui riservati presso un circolo culturale di Trento.
Aveva compreso che io nutrivo una ammirazione genuina e smisurata verso di lui e, senza neppure che glielo chiedessi, mi ha ceduto nuovamente il passo su questo splendido diario pubblico. Sapevo benissimo che gli spettatori avrebbero assistito ad una serata immemorabile. Non solo per averla già vista recitare dallo stesso Autore in Piemonte nel Monferrato nei mesi scorsi, ma anche per gli innumerevoli attestati e premi che hanno adornato il suo curriculum artistico. Un uomo, lo scrittore, che non ha mai percorso le facili strade lastricate da favoritismi o da trite concessioni basate sul “do ut des” ma che ha impostato la sua carriera sugli studi duri e tanta gavetta. Possiede una capacità ed una padronanza teatrale inusitata. Riesce a catturare l’interesse dello spettatore sin dalle prime battute seppur questa volta in sua assenza e solamente attraverso i versi da lui scritti, vera e propria poesia nel monologo del novello Cyrano; mobilità e varietà sono le caratteristiche prime dello stile dello scrittore Andrea Brusa, che di volta in volta si modella docilmente sui soggetti: ora familiare, ora grave e oratorio, ora solenne e poetico che lo magnetizza con il suo sguardo penetrante, lo tiene avvinghiato alla narrazione con la sua forza attrattiva e lo rende compartecipe al pari del protaginista in scena, tra i quali vi e' una totale ed assoluta simbiosi. Certo la sua assenza si fa sentire, ma a riscaldare gli animi degli spettatori presenti in sala una telefonata registrata fatta sentire a fine spettacolo in cui l'Autore al suo solito si lascia andare in esternazioni d'amore nei confronti di sua moglie per cui tutto cio' ha preso vita: "Amore mio non basterebbe un intera pagina del giornale per dirti quanto ti amo e quanto tu sia importante per me. Grazie per quello che fai per me e per la piccola Biancalaura. Abbiamo passato momenti difficili quando ci hanno detto della possibile malattia in gravidanza della nostra cucciola ma tu sei stata fortissima, sei riuscita a non cedere e lottare con tutte le tue forze sorreggendo anche me, dandomi ogni giorno la forza e la motivazione per andare avanti e non mollare. Ora tutto si è risolto e potremo vedere la nostra piccola crescere grazie alla tua forza e all'amore che ogni giorno dispensi a noi. Sei una donna eccezionale, la tua solarità, i tuoi sorrisi, il tuo essere te stessa sono il carburante della mia vita. Amore mio hai realizzato tutti i miei sogni, mi hai dato una famiglia, una bellissima bambina, la gioia e la serenità di essere amato. Ora ti chiedo di realizzarne un altro: amore mio vuoi sposarmi? TORNA DA ME, TI PREGO! Ti amo con tutto me stesso".
Mi ha impressionato la perizia con cui nel pronunciare anche solo queste poche frasi egli moduli la sua voce variando i toni, il timbro, l’intensità. Solo un grande artista come Andrea Brusa può riuscire a scrivere un monologo di sessanta minuti senza un attimo di interruzione, senza cedimenti e con una intensità interpretativa da brividi e parlare cosi' a ruota libera improvvisando al pubblico messaggi d'amore. Bastava sbirciare i visi assorti, compiaciuti e appagati del pubblico per capire che la serata aveva riscosso un successo strepitoso. Un vero tripudio accompagnato da applausi fragorosi. Tutti a riversarsi idealmente intorno a questo Autore per congratularsi, per ringraziarlo della meravigliosa serata che ci aveva regalato e per far tifo per la sua famiglia affinche' essa possa ricomporsi quanto prima.
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