Un
Festival tra narrazioni e contaminazioni
12 gennaio | 28 febbraio
Narrazioni e
contaminazioni: spettacolo, musica, reading, prosa, teatro canzone e comicità,
un intreccio tra parole e musica per il primo Festival Talkin’
Menotti a cura di Tieffe Teatro Milano, programmato dal 12
gennaio al 28 febbraio al Teatro Verdi e al Teatro Menotti. 10
spettacoli per 20 alzate di sipario, 30 ospiti di prestigio
sulla scena tra attori e musicisti, da Romina Mondello a Ezio
Guaitamacchi, da Alberto Patrucco a Gianni Biondillo,
da Paolo Pasi a Syria, senza dimenticare la prosa con un
acuto autore e regista come Fausto Paravidino.
Prosegue, quindi, come già annunciato,
nella nuova stagione la sinergia tra due teatri di forte connotazione sul
territorio e si arricchisce di progettualità e contenuti, oltre alla ricca e
articolata stagione per l’infanzia, i ragazzi e le famiglie che il Teatro
del Buratto organizza al Teatro Menotti fino ad aprile 2017 con un
ampio panorama di proposte delle compagnie più qualificate del settore.
Il teatro è soprattutto un luogo, dove
si ascoltano e si raccontano storie. È un luogo dove, magicamente, le parole si
trasformano, prendono forma, peso, colore e suono diverso, riescono ad entrare
direttamente nella testa e nel cuore di chi ascolta, senza filtri e senza
deroghe.
Occorre una buona storia e qualcuno
che la sappia raccontare, restituendo curiosità e passione. Storia e storie,
quindi, per un festival variegato, come nella cifra di Tieffe
Teatro, studiato proprio per combinare il repertorio della prosa
con incursioni teatrali di protagonisti della scena culturale italiana, con la musica,
con la letteratura, con la poesia e con spettacoli adatti a
sperimentare nuovi percorsi, nuovi linguaggi e stili diversi, in grado di
appassionare il pubblico affezionato e di attrarne di nuovo, capace di tessere
relazioni tra le persone, avvicinando le generazioni con uno sguardo di
attenzione alle nuove scene.
“È da tempo che
cerchiamo una definizione nel non definibile, una struttura a ciò che non è
strutturato, un contenitore aperto nei quattro lati. – afferma Emilio Russo, Direttore Artistico del Teatro
Menotti - Tutto questo e molto altro si trova nel progetto di un
festival, che diventa più che altro una festa, alla quale sono
invitati tutti quelli che pensano che il teatro sia anche un luogo,
privilegiato, molto privilegiato, dove ricercare strade artistiche ed
espressive differenti, tirare fuori dai cassetti idee mai realizzate, storie
mai raccontate. Insomma dimenticarsi del consueto ed accettare di
camminare sul filo del possibile. È anche quello che da tempo rappresenta una
parte sempre più evidente ed ingombrante del nostro fare e pensare teatro e che
ora grazie a questo primo Festival delle narrazioni e contaminazioni proviamo a
costruire in un appuntamento che ci auguriamo possa avere una lunga vita
futura. Abbiamo scelto il titolo Talkin’ Menotti proprio per
sottolineare l’andamento di un lungo blues in un intreccio tra parole e musica
in libertà. Le proposte si alterneranno al Teatro Verdi e al Teatro
Menotti, ma non sono affatto escluse altre sorprese…”
Il festival si inaugura al Teatro
Verdi dal 12 al 15 gennaio con Romina Mondello e il suo struggente Amami
o cado, in cui il teatro si fa narrazione; prosegue il 20 e il 21
gennaio con Ezio Guaitamacchi e il suo omaggio appassionato a David
Bowie, ad un anno dalla scomparsa, Bowie, l’uomo delle stelle
(Teatro Verdi). A grande richiesta di pubblico torna dal 25 al 27 gennaio Gabriella
Greison, fisica, scrittrice, giornalista e narratrice di incredibili
racconti scientifici, con il suo 1927, Monologo Quantistico
(Teatro Verdi), diretto da Emilio Russo, un viaggio tra i fisici
del ventesimo secolo e le scoperte sulla fisica quantistica.
Acrobati della
parola, come Roberto Mercadini e Alberto Patrucco, tra la satira
e la visione di una società contemporanea normalmente assurda, sono
protagonisti della scena al Teatro Verdi: il primo il 29 gennaio con Fuoco
nero su fuoco bianco,
un viaggio fra gli infiniti possibili dentro la Bibbia; il secondo il 2
e il 3 febbraio con C’era una Svolta, un lungo viaggio nel tempo,
complici musiche senza tempo, in uno spassoso spettacolo che ci afferra per
mano e ci trasporta dal pentagramma di un vecchio spartito col disincanto di
una feroce ironia.
Ancora
protagonisti al Teatro Verdi un autore di best sellers come Gianni
Biondillo e le ballate quotidiane di Paolo Pasi e il suo
giornalismo di frontiera: il primo per la prima volta sul palco il 4 febbraio
con un viaggio a ritroso nella Milano Futurista, raccontato in Come sugli
alberi le foglie; il secondo il 5 febbraio con il suo reading musicale Lettere
dal futuro.
I riflettori del Teatro
Menotti si accedono dal 21 al 23 febbraio con Souper, gustosa e attuale commedia scritta da Federec
Molnàr nel 1930, di cui Fausto Paravidino, che ha curato
l’adattamento e la regia, sottolinea l’incisività e l’ironia, dirigendo la Compagnia
del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia.
Il 24 e il 25 febbraio uno storyteller
fra i più appassionati della straordinaria stagione della musica pop, Massimo
Cotto, con il suo Rock Bazar (Teatro Menotti), che da trasmissione di grande successo su Virgin
Radio è diventato uno spettacolo teatrale. Accompagnato sul palco da una
straordinaria incantautrice come Cristina Donà, lo spettacolo è
un modo divertente, e non blasfemo, per ricordare che la musica ha scritto un suo
vangelo, ovviamente con la minuscola. Accanto alla parola, sottobraccio ai
racconti, interviene la musica, per fare in modo che le storie abbiano la loro
colonna sonora suonata dal vivo.
Chiude il 28
febbraio Talkin’ Menotti una cantante di grande fama ed impatto
mediatico come Syria, qui in versione teatro-canzone con il suo Bellissime,
scritto con Luca
De Gennaro
(direttore artistico di Mtv Italia oltre che deejay,
speaker, scrittore, giornalista e docente universitario), un suo personale
percorso tra note e parole all’interno della musica femminile italiana.
UFFICIO STAMPA
Giulia Tatulli
mobile +39 338 8916770
TALKIN’ MENOTTI
Teatro
Verdi | Teatro Menotti
CALENDARIO
Teatro Verdi
12 |
15 gennaio
Tieffe
Teatro Milano PRODUZIONE
Amami
o cado PRIMA NAZIONALE
con Romina Mondello
di
e regia Giovanna Mori
Teatro Verdi
20 -
21 gennaio
Ezio Guaitamacchi OSPITALITA’
Bowie,
l’uomo delle stelle PRIMA MILANESE
con Ezio Guaitamacchi, Brunella Boschetti,
Laura Fedele, Folco Orselli
Teatro Verdi
25 |
27 gennaio
Tieffe
Teatro Milano PRODUZIONE
1927,
Monologo Quantistico RIPRESA
di
e con Gabriella Greison
regia Emilio Russo
Teatro Verdi
29
gennaio
Roberto
Mercadini
Fuoco
nero su fuoco bianco OSPITALITA’
Un viaggio nella Bibbia ebraica PRIMA MILANESE
Teatro Verdi
2 – 3 febbraio
Alberto
Patrucco OSPITALITA’
C’era
una Svolta PRIMA NAZIONALE
Teatro Verdi
4 febbraio
Gianni
Biondillo OSPITALITA’
Come
sugli alberi le foglie PRIMA
NAZIONALE
Teatro Verdi
5
febbraio
Paolo
Pasi OSPITALITA’
Lettere
dal futuro PRIMA NAZIONALE
Teatro Menotti
21 | 23
febbraio
Teatro
Stabile del Friuli Venezia Giulia OSPITALITA’
Souper PRIMA
MILANESE
adattamento
e regia Fausto Paravidino
Teatro Menotti
24 – 25 febbraio
Produzioni
Fuorivia OSPITALITA’
Rock
Bazar PRIMA
MILANESE
con Massimo Cotto e Cristina Donà
Virgin
Radio è partner dello spettacolo
Teatro Menotti
28
febbraio
Syria OSPITALITA’
Bellissime PRIMA
MILANESE
Teatro Verdi
12 |
15 gennaio
Tieffe
Teatro Milano
AMAMI
O CADO
prima nazionale
con
Romina
Mondello
di
Giovanna
Mori
costumi
e oggetti di scena Chiara Aversano
regia
Giovanna
Mori
Amami o cado è una storia d’amore. La storia di
una giornata d’amore.
Anche se un po’ di tempo è passato, il
ricordo di quella giornata è ancora lì tutto preciso nella testa di Rosa.
Preciso e così brillante come se qualcuno ci avesse spruzzato del brillantante,
del Vetril, qualcosa del genere. Quando Rosa ce l’ha raccontata, non
potevamo crederci. Ma Rosa non è una che dice bugie.
Comunque noi, per essere sicuri che
fosse tutto vero, quando abbiamo deciso di raccontarla, siamo andate a cercare
delle prove. Le abbiamo trovare tutte.
Al Motel, al Capannone, al negozio di
regali. Al negozio dove lavora lei… tutto vero. Confermato. Giorno. Orari.
Agenzia.
E allora abbiamo pensato: certo che
alle volte la vita è più forte pure della morte. Che in principio dovrebbe
essere più forte della vita, perché di solito è lei, la morte, ad avere
l’ultima parola.
Beh, nel caso di questa storia l’ultima
parola sulla morte ce l’ha avuta la vita. E questo è un bene.
Ed è per questo vogliamo raccontarla.
Teatro Verdi
20-21
gennaio
Ezio
Guaitamacchi
BOWIE,
L’UOMO DELLE STELLE
prima
nazionale
di Ezio Guaitamacchi
con Ezio Guaitamacchi, Brunella
Boschetti, Laura Fedele, Folco Orselli
action painting Carlo Montana
proiezioni curate
da Filippo
Guaitamacchi
A New York, il 10 gennaio dello scorso
anno, due giorni dopo l’uscita di Blackstar (suo 25esimo e ultimo album)
e due giorni dopo aver compiuto 69 anni, David Bowie l’uomo delle stelle
abbandonava il pianeta Terra. Il triste annuncio, dato dalla famiglia, spiegava
che (come oggi tutti sanno) la rockstar inglese, negli ultimi 18 mesi, aveva
dovuto lottare contro un tumore al fegato, che, alla fine, ha avuto la meglio.
Ma forse non tutti sanno che neppure una settimana prima, (via FaceTime)
Bowie aveva parlato con Tony Visconti, suo fedele produttore, nonché amico
sincero. “Vorrei fare un altro album”, gli aveva rivelato. E non a caso.
In quegli stessi giorni, l’artista aveva prodotto i demo di cinque nuove
canzoni. Anche se, da inizio novembre, Bowie conosceva il suo destino: sapeva
che i suoi giorni erano segnati e che gli sarebbe rimasto poco da vivere.
“Ma nessuno, neppure lui, pensava che
avvenisse così presto -
ricorda Tony Visconti. Il produttore, al fianco di Bowie dal 1969, aveva saputo
della malattia dell’amico più o meno un anno prima. - Un giorno è arrivato in studio proprio dopo
una seduta di chemioterapia - ricorda - non aveva più né capelli né
sopracciglia: a quel punto, gli era impossibile mantenere il segreto. E così,
mi ha preso da parte e mi ha rivelato il tutto”. Qualche mese dopo, c’era
stato un apparente miglioramento. Poi, a novembre la malattia aveva di nuovo
preso il sopravvento. Al suo fianco, sul letto di morte nell’appartamento di
Manhattan, Imam Abdulmajid, da 23 anni moglie e fedele compagna di vita. Lei,
sì sapeva. Lo dimostra il suo ultimo tweet al marito, l’8 gennaio 2016.
“Ti amerò fino alla morte - aveva scritto - Buon Compleanno
Mr. Bowie, ci rivedremo in cielo”.
Teatro Verdi
25 |
27 gennaio
Tieffe
Teatro Milano
1927,
MONOLOGO QUANTISTICO
di
e con Gabriella Greison
luci Mario Loprevite
scene
e costumi Pamela Aicardi
regia Emilio Russo
In 1927, Monologo Quantistico,
Gabriella Greison racconta, con foto, musica e video, i fatti più sconvolgenti,
misteriosi, divertenti, umani, che hanno dato vita alla Fisica Quantistica,
partendo dalla famosa foto, datata 29 ottobre 1927, in cui sono ritratti in
posa 29 uomini, scienziati quasi tutti fisici, di cui 17 erano o sarebbero
diventati Premi Nobel, che hanno partecipato alla quinta edizione della
Conferenza Solvay, convegni voluti dall’industriale belga Ernest Solvay per
fare il punto sui progressi della fisica.
Gabriella Greison, fisica, giornalista e scrittrice,
ricostruisce i dialoghi, le serate, i dibattiti, dopo un lungo soggiorno a
Bruxelles, in cui ha raccolto informazioni, tradotto lettere, parlato con
persone e parenti, realmente presenti a quei ritrovi, che Einstein chiamava witches’
Sabbath (il riposo delle streghe).
Lo spettacolo, dopo aver debuttato con
successo lo scorso novembre al Teatro Menotti, è la prima
rappresentazione teatrale, che racconta il ritrovo a Bruxelles di tutti i
fisici del XX secolo, da Einstein a Marie Curie, da Schrodinger a Heisenberg a
Dirac, che hanno fatto venire alla luce, quel giorno, la Fisica Quantistica.
È uscito, edito da Salani, lo scorso
autunno L’incredibile cena dei fisici quantistici, in cui Gabriella
Greison ha romanzato, tra finzione e realtà, la cena che seguì allo scatto
in bianco e nero e al dibattito su cui gli scienziati intervenuti al congresso
confrontarono le loro visioni sulla meccanica quantistica, da cui nacque la
teoria che conosciamo oggi.
Teatro Verdi
29
gennaio
Roberto
Mercadini
FUOCO
NERO SU FUOCO BIANCO
Un viaggio nella
Bibbia ebraica
prima
milanese
ideazione e
traduzione
Roberto Mercatini
Descrizione didascalica
Il monologo racconta il libro di Giona,
contenuto nella Bibbia; Un libro brevissimo, ma anche straordinariamente
suggestivo. In alcune edizioni della Bibbia, di quelle con le pagine
grandi e la scrittura minuta, il libro di Giona sta tutto intero su
un’unica facciata. Eppure si tratta di un libro ricchissimo, pieno di avventure
grandiose, di luoghi e personaggi diversi, di paradossi estremi.
Ad ogni capitolo (perciò quattro volte
nell’interno dell’intero monologo) l’attore interrompe la narrazione
riguardante Giona e apre una parentesi. Le parentesi contengono, a loro
volta, narrazioni o testi poetici tratti dalla Bibbia e servono a meglio
chiarire quello che succede nel libro di Giona.
Perciò, in sintesi, la Bibbia è
spiegata utilizzando la Bibbia stessa (proprio come nella tradizione
ermeneutica ebraica).
Le traduzioni dall’ebraico antico sono
state fatte dallo stesso Roberto Mercadini, che si è dedicato allo
studio di questa lingua per qualche anno.
Si tratta di uno spettacolo ricco di
momenti comici, ma, tuttavia, totalmente rispettoso della Bibbia e
accurato dal punto di vista filologico.
Il monologo, va chiarito, non
appartiene al genere della parodia e non è in nessun modo offensivo. Tanto che
è stato rappresentato anche all’interno di una chiesa consacrata e perfino
durante un evento dell’azione cattolica, alla presenza di Monsignor Mansueto
Bianchi.
Descrizione artistica
Nella Bibbia ebraica c’è
l’umorismo ebraico.
Se l’affermazione precedente vi ha
sorpreso, forse non avete mai letto per intero l’esilarante storia del duello
fra Davide e Golia, non sapete perché Isacco si chiama così, né quale feroce
satira antimonarchica si celi dietro il nome Saul.
La tradizione ebraica descrive la Bibbia
come fuoco nero su fuoco bianco.
Se l’affermazione precedente vi ha
sorpreso, forse non sapete di quale incandescenza rifulgano le visioni di
Isaia, il grido di Kohélet e molte altre cose.
Ho tracciato un monologo, un viaggio
fra gli infiniti possibili dentro la Bibbia.
Il libro di Giona è la rotta
seguita in questa navigazione attraverso il tempestoso mare della sapienza
ebraica. Ad ogni capitolo si tocca un porto e si spalanca un mondo. Così:
1) Nel mare (Elogio
dell’inettitudine)
2) Un pesce grande (La poesia)
3) Ninive è rivoltata (I profeti)
4) è
bene infuocarsi (Dialoghi indomabili)
Teatro Verdi
2 – 3 febbraio
Alberto
Patrucco
C’ERA
UNA SVOLTA
prima
nazionale
di Alberto Patrucco e Antonio Voceri
direzione
musicale
Daniele Caldarini
con
Daniele Caldarini - pianoforte,
chitarra, arrangiamenti
Francesco Gaffuri - contrabbasso e
basso elettrico
C’era una svolta è un lungo viaggio nel tempo, eppure
un breve percorso topografico. È l’esilarante storia di un cabarettista che
dalla Brianza approda alla Milano della fine degli anni 70, con i suoi fervori
e le sue irrisolte contraddizioni. Un mondo, se si vuole, né migliore né
peggiore dell’odierno, semplicemente diverso e quindi unico, irripetibile. Tra
cabaret impregnati di fumo e night club scalcinati, tra improbabili impresari e
spettatori indecifrabili, il Nostro vive una realtà di poeti e saltimbanchi in
un tourbillon di sogni sospesi e che un tempo sembrava possibile toccare. Il
protagonista, sempre in coda sulla Milano – Meda, ne ride – e parecchio –
perché se una cosa la storia insegna è che a prendersi sul serio, non si fa mai
un grande affare.
Comicità priva di tormentoni, musiche
senza tempo e canzoni rivelatrici, in uno spassoso spettacolo che ci afferra
per mano e ci trasporta dal pentagramma di un vecchio spartito ai file
multimediali col disincanto di una feroce ironia.
Teatro Verdi
4 febbraio
Gianni
Biondillo
COME
SUGLI ALBERI LE FOGLIE
prima
nazionale
Una generazione di ragazzi cresciuta
all’inizio del secolo scorso nelle aule dell’Accademia di Brera volle
rivoluzionare l’arte. Si chiamavano Boccioni, Erba, Sironi, Carrà, Russolo.
Seguivano le idee avanguardiste del più anziano tra loro, Filippo Tommaso
Marinetti, l’inventore del Futurismo.
Con le loro furibonde serate
artistiche animarono la città e scandalizzarono i benpensanti milanesi. Erano
sinceri interventisti, idealizzavano la guerra come igiene del mondo e
partirono senza indugio per il fronte nel Battaglione Lombardo Volontari
Ciclisti Automobilisti. Molti di loro non tornarono. Fra questi c’era un
giovane comasco, Antonio Sant’Elia, architetto dal talento luminoso e
sfortunato.
Tutto ciò che ci resta di lui sono una
manciata di disegni, ma così belli, così geniali da influenzare l’immaginario
dell’intero Novecento. Morì da eroe, sul Carso, nell'ottobre del 1916. È lui il
protagonista di Come sugli alberi le foglie, un romanzo
corale dalla scrittura vibrante e appassionata, capace di farci rivivere
l'epopea di una nazione.
Gianni Biondillo, per la prima volta sul palco,
attraverso la lettura di alcuni brani selezionati del romanzo, accompagnato da
proiezioni di video, immagini, canzoni, ci racconterà i sogni e le speranze di
questi giovani italiani, illusi dalla retorica dannunziana che li portò sul
campo di battaglia a cercare la bella morte. Per scoprirla insanguinata e
orribile.
Teatro Verdi
5
febbraio
Paolo
Pasi
LETTERE DAL FUTURO
prima nazionale
di e con Paolo Pasi
con Dino Pelissero
Immaginate un mondo in cui le persone
sono considerate alla stregua di prodotti finanziari, con tanto di rating
esistenziale, e hanno al polso un contaparole, che limita le loro
possibilità di comunicazione verbale. Un mondo in cui gli incontri d’amore sono
affidati ad algoritmi di affinità e i rapinatori sono derubati da cassieri di
banca. Dove anche i numeri ricorrono alle primarie per contendersi la
leadership e avere un selfie dell’anima è un tratto distintivo che fa tendenza.
Dove accade che la Befana sia licenziata per scarso rendimento e perfino gli
psico-terroristi devono arrendersi all’assurdo quotidiano.
Ecco in pillole alcune Lettere
dal futuro, storie e canzoni di Paolo Pasi, giornalista,
scrittore e musicista, che ci guida in un viaggio tra il grottesco e il
surreale sul filo della fantacronaca: un mondo immaginario, appunto, in
pericolosa rotta di collisione con il nostro presente. Fatti non ancora
accaduti, ma che potrebbero presto accadere, raccontati in forma di reading
musicale insieme al flautista e polistrumentista Dino Pelissero.
SCALETTA
-
L’uomo
in sedici noni (lettura)
-
Fuori
dagli schermi (canzone)
-
La
prossima generazione (lettura)
-
Amore
a primo shopping (canzone)
-
Scegli
Postbook (lettura)
-
L’editore
(canzone)
-
La
twitter-società (lettura)
-
Il
chiacchiera (canzone)
-
Microracconti
d’amore (lettura)
-
L’uomo
che conta (canzone)
-
Jack
e la banca (lettura blues)
-
Blues
a seguire (brano musicale)
-
La
Befana in esilio (lettura)
-
Weekend
blues Rating blues (canzone)
-
Gli
psicoterroristi (lettura)
-
Sogno
atipico (canzone)
-
Il
selfie dell’anima (lettura)
-
Il
riformista (canzone)
-
Le
primarie dei numeri (lettura)
-
L’elezioni
(di Giorgio Gaber)
-
Clinica
disintossica (lettura)
-
Voglia
di andare via
Dove non indicato le canzoni sono di Paolo
Pasi
Teatro Menotti
21 |
23 febbraio
Teatro
Stabile del Friuli Venezia Giulia
SOUPER
prima milanese
di Ferenc Molnàr
traduzione Ada Salvatore
adattamento e regia Fausto Paravidino
scene Laura Benzi
costumi Sandra Cardini
con Filippo Borghi, Adriano Braidotti, Ester Galazzi, Andrea
Germani, Lara Komar, Riccardo Maranzana, Francesco Migliaccio, Maria Grazia
Plos e Federica De Benedittis
Un direttore di banca, il giorno del
suo Compleanno, invita gli amici a cena. È un anniversario speciale per lui: giunto
all’apice della carriera, vuole condividere questo momento con le persone che
più gli sono vicine, con le quali ha condiviso tanti momenti importanti.
Prepara anche un discorso per ringraziare tutti, ma, proprio mentre lo legge,
il maggiordomo comunica che alla porta c’è un uomo: un ispettore di polizia
venuto proprio per lui, per il direttore… scompiglio tra i convitati; qualche
domanda, qualche sguardo, e tutto all’ improvviso cambia di prospettiva: le
persone radunate attorno a quella tavola sono ancora gli amici che qualche
istante prima brindavano e ridevano? Tutto il sostegno avuto nel costruire
questa luminosa carriera è sempre avvenuto alla luce del sole e nella piena
legalità?
Con una capacità straordinaria nel
costruire dialoghi che, attraverso la massima levità, in un momento spalancano
davanti agli occhi dello spettatore mondi ben più grevi, l’incantevole autore
de I ragazzi della Via Pàl dipinge una società della quale la corruzione
sembra il tratto essenziale: che non lascia scoperta alcune ruota
dell’ingranaggio, perfettamente oliato, entro cui la Classe Dominante si muove.
Un mondo lontano dal nostro? A vedere le reazioni dei singoli personaggi ai
vari coups de scène che si susseguono nella serata, non sembrerebbe
proprio; la casta, gli interessi, i tradimenti, i regali, i ricatti, il gioco
degli amanti e degli affari non sono affatto così lontani nel tempo e anzi, ti
chiedi: ma davvero l’ha scritto Molnàr nel 1930?! Fausto Paravidino,
eccellente autore, attore e acuto regista, dirige la Compagnia del Teatro
Stabile in questa gustosa e attuale commedia, sottolineando l’incisività e
l’ironia di Molnàr.
Teatro Menotti
24 – 25 febbraio
Produzioni
Fuorivia
ROCK
BAZAR
prima
milanese
di Massimo Cotto
con Massimo Cotto – voce
narrante
Cristina Donà – voce
e chitarra
Marco Carusino - chitarre
coordinamento
scenico
Paola Farinetti
disegno luci Andrea Violato
fonica Lorenzo Caperchi
scenografie a
cura di
Capellino Design
Virgin Radio è partner dello spettacolo
Rock Bazar è una trasmissione radiofonica che Massimo
Cotto conduce da tre anni ogni giorno su Virgin Radio e che,
dopo essere stata tradotta in due libri editi da Vololibero Edizioni (il
primo è stato un successo editoriale che ha conosciuto cinque ristampe, il
secondo è uscito il 14 ottobre 2015), ora diventa anche spettacolo teatrale.
Quando è sul palco Massimo Cotto racconta come fosse in radio, così come
quando è in radio racconta come fosse davanti a un camino e pochi amici, con la
magia dei ricordi e la legna della parola. Cotto riporta in scena l'epoca d'oro
del rock attraverso le storie dei suoi protagonisti, stelle divorate dalla
voglia di trasgressione e dalla paura di bruciare troppo in fretta. Centinaia
di aneddoti esilaranti o commoventi, dove è difficile distinguere tra verità e
leggenda, perché non è importante, in
quel lembo di terra, dove ogni storia ha diritto di cittadinanza, in quella
striscia dove sesso, droga e rock and roll sono la Santissima Trinità.
Proprio per questo, per la voglia del rock di farsi messa pagana, Massimo
Cotto divide i racconti in dieci capitoli che corrispondono ai dieci
comandamenti. Un modo assolutamente non blasfemo, ma divertente per ricordare
che la musica ha scritto un suo vangelo, ovviamente con la minuscola. Accanto
alla parola, sottobraccio ai racconti, interviene la musica, per fare in modo
che le storie abbiano la loro colonna sonora suonata dal vivo. Soprattutto
interviene una donna, come Cristina Donà, uno dei talenti più
cristallini, duraturi e influenti emersi alla fine del millennio dalla scena
musicale italiana. Una incantautrice che si è spesso confrontata in
qualità di interprete con brani dei grandi della musica internazionale,
generando sempre versioni dalla forte personalità. Una signora del rock, sì, ma
con una dolcezza tutta italiana. Perché nel Rock Bazar si
vendono, mai separate, storie e canzoni, grandi miti e, ancora più, grandi
emozioni.
Teatro Menotti
28
febbraio
Syria
BELLISSIME
Voci di donne. Racconti di canzoni
con la chitarra di Tony Canto
testi di Syria e Luca De Gennaro
Bellissime è il titolo di questo nuovo
progetto che vede Syria tornare a teatro nove anni dopo
l’esperienza con Paolo Rossi in Chiamatemi Kowalski –
Il ritorno.
Bellissime è uno spettacolo teatro-canzone
che ripercorre la musica italiana con le melodie rese immortali dalle
nostre interpreti femminili. Partendo
dagli anni ’60 arriva fino ai giorni nostri, in un viaggio in cui alla musica
si uniscono le parole: i testi dello spettacolo sono di Syria e Luca
De Gennaro (direttore artistico di Mtv Italia oltre
che Deejay, speaker, scrittore, giornalista e docente universitario).
Accompagnata dal chitarrista Tony
Canto, Syria riesce a fare emergere il lato più profondo dei
sentimenti delle canzoni che interpreta.
REPERTORIO
- Nilla Pizzi - Grazie dei fior
- Dalida - Quelli erano giorni
- Patty Pravo - Il Paradiso
- Rita Pavone - Cuore
- Gabriella Ferri - Sempre
- Ornella Vanoni - Samba in preludio
- Mina - Sonhos
- Loredana Bertè - Sei bellissima
- Matia Bazar - Vacanze Romane
- Anna Oxa - Quando nasce un amore
- Malika Ayane - Come foglie
- Laura Pausini - Tra te e il mare
- Mia Martini - La Nevicata del 56
- Paola Turci - Volo così
- Syria - Momenti
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