SCUOLA – Tagli al personale Ata, proteste di Anci, Regioni e Province: toccherà a loro coprire la ridotta assistenza agli studenti disabili
Paolo Perrone, sindaco di Lecce e vicepresidente Anci: il problema è l'assistenza agli studenti disabili, che costringe i Comuni ad intervenire con una erogazione importante di risorse. Non bisogna poi dimenticare che sul personale Ata è previsto quest'anno un calo degli stanziamenti da parte del governo. Piove sul bagnato. Perché sul personale Ata sono stati effettuati 47mila tagli in un solo triennio, a seguito del "dimensionamento" Tremonti-Gelmini.
Marcello Pacifico (presidente Anief): la decisione di confermare il taglio di 2.020 Ata sta scontentando le istituzioni a tutti i livelli. Non dimentichiamo che per gli alunni disabili mancano all'appello già 30mila docenti di ruolo. Anief chiede, pertanto, un intervento normativo urgente dal Governo. Prima che qualche giudice sollevi per il personale Ata la pregiudiziale comunitaria.
La conferma da parte del Governo di tagliare oltre 2mila amministrativi, tecnici e ausiliari della scuola continua a ricevere critiche trasversali: forti perplessità verso il provvedimento sono giunte nei giorni scorsi dai banchi del Parlamento. E pure la VII commissione Cultura dellaCamera ha posto più di una riserva. Ora arrivano pure dalle amministrazioni locali dello Stato. L'Anci, insieme a Regioni e Province, ha infatti espresso parere negativo - in sede di Conferenza Unificata - sullo schema di decreto del Miur e del Mef recante 'Disposizioni per la definizione delle dotazioni organiche del personale amministrativo tecnico e ausiliario (Ata) per l'anno scolastico 2015-2016'.
"Il problema in questo ambito - ha spiegato al termine dell'Unificata il sindaco di Lecce e vicepresidente dell'Anci Paolo Perrone - è l'assistenza agli studenti disabili, che costringe i Comuni ad intervenire con una erogazione importante di risorse. Non bisogna poi dimenticare che sul personale Ata è previsto quest'anno un calo degli stanziamenti da parte del governo". Ed è il caso di dire che piove sul bagnato. Perché sul personale Ata sono statieffettuati 47mila tagli in un solo triennio, a seguito del "dimensionamento" Tremonti-Gelmini.
"La decisione di confermare il taglio di 2.020 Ata sta scontentando le istituzioni a tutti i livelli", spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief. "Ora, giustamente, Comuni, Province e Regioni hanno fatto notare che avrà dei riflessi negativi pure sull'assistenza agli alunni disabili, per i quali mancano all'appello già 30mila docenti di ruolo.E poiché si tratta di un servizio indispensabile, ricadrà sugli stessi enti locali, i quali dovranno fornire ulteriori assistenti specialistici malgrado i tagli finanziari prodotti dal Governo. Anief chiede, pertanto, un intervento normativo urgente dal Governo. Prima che qualche giudice sollevi per il personale Ata la pregiudiziale comunitaria".
La vicenda è nota. Nei giorni scorsi il Governo ha approvato l'Atto n. 276, sottoposto a parere parlamentare, comprendente anche il regolamento sulla riduzione dell'organico del personale Ata della scuola, in applicazione della Legge di Stabilità 2016, tagliando altri 2.020 posti. La decisione è stata presa malgrado su di essa pesasse il parere contrario – ripreso nel Bollettino delle giunte e delle commissioni parlamentari, dello scorso 15 marzo – di diversi parlamentari e istituzioni. Malgrado i tanti rilievi, l'Esecutivo ha invece preferito approvare a testa bassa quel Decreto Interministeriale Miur-Mef del giugno 2014, che ha introdotto la nuova dotazione organica del personale Ata per l'anno scolastico 2014/2015, che aveva a sua volta recepito la riduzione del 17% della consistenza numerica determinata per l'a.s. 2007/08 (applicando la Legge 133 del 6 agosto 2008). Con quel decreto si stabiliva che i criteri di individuazione del contingente Ata si sarebbero dovuti ridefinire periodicamente, sempre dal Ministero dell'Istruzione di concerto con quello di Viale XX Settembre, previo accordo con la Conferenza unificata delle Regioni incaricata del dimensionamento scolastico.
L'operazione si va a sommare ad altre procedure approvate dalla solita logica del risparmio a tutti i costi (che non considera i danni prodotti): continuano, infatti, ad essere attivate migliaia di reggenze per i Dsga, i Direttori dei servizi generali e amministrativi, per i quali si attende un concorso ormai da circa 20 anni, dopo che 30 mesi fa era stata data dal Miur per imminente una selezione per assumerne 450 su tutto il territorio. Anche per i Dsga, quindi, urge l'attivazione di un piano di assunzioni che migliorerebbe non poco la funzionalità di tanti istituti pubblici scolastici.
Anief, inoltre, ricorda che l'ultima Legge di Stabilità non ha infatti messo mano ai divieti sulle supplenze fino a 7 giorni, avviati all'inizio del corrente anno scolastico con la Legge 190/14 art. 1, che ha introdotto l'obbligo, per i dirigenti scolastici, salvo casi particolari, a nominare i supplenti del personale Ata solo dall'ottavo giorno di assenza. E a poco è servita la nota n. 2116 del 30 settembre 2015, che ha dato facoltà ai presidi di nominare supplenti anche "per i primi sette giorni di assenza" per il solo "profilo di collaboratore scolastico". Continuando a lasciare scoperto il servizio in tutti i casi di assenza di assistenti amministrativi e tecnici.
E che dire dei 12mila posti vacanti promessi al personale in esubero delle province, che hanno comportato il "congelamento" delle assunzioni di oltre 6mila Ata?Dovevano esserne assunti in 25mila (su 100 mila immissioni in ruolo dei docenti), ma ne sono stati accordati da Miur e Mef appena 6.243. Poi nemmeno quelli, perché Miur e Funzione Pubblica hanno deciso di fare spazio al personale perdente posto delle province. Perché nel frattempo sono stati immessi in ruolo quasi 50mila docenti precari, con il potenziamento scolastico, che si aggiungono ad altri quasi 40mila previsti sempre dalla Buona Scuolacon le fasi 0, A e B. Solo che nemmeno un Ata è stato stabilizzato. Eppure sono state maggiorate le attività didattiche, aggiuntive e progettuali. Per lo svolgimento delle quali è indispensabile il supporto adeguato del personale amministrativo e tecnico, oltre che dei collaboratori scolastici per vigilanza e pulizie.
Il giovane sindacato ha chiesto al personale amministrativo, tecnico e ausiliario di non cadere nell'errore di prestarsi a svolgere lavoro straordinario. Per farlo, hanno la legge dalla loro parte. Già con l'art. 5-bis del R.D. n. 692 del 1923, al secondo comma, tutt'oggi in vigore, si disponeva che il ricorso al lavoro extra "è ammesso soltanto previo accordo tra datore e prestatore di lavoro" e che "le prestazioni di lavoro straordinario sono rivolte a fronteggiare situazioni di lavoro eccezionali e non possono essere utilizzate come fatto ordinario di programmazione del tempo di lavoro e di copertura dell'orario di lavoro". Di recente, la Cassazione, con sentenza nr. 17582/2014 ha dichiarato legittimo il rifiuto del dipendente pubblico a svolgere lavoro straordinario.
Sulla mancata attuazione del turn over, ora si aspetta una sentenza del Tar su una prima Class Action promossa l'estate scorsa, presentata contro la Nota 27715 del 28 agosto 2015 blocca turn over, che secondo Anief non era legittima. Come incombe ancora una nuova procedura d'infrazione, che aggraverà di sicuro la posizione conservatrice dell'Italia sul fronte dell'abuso del precariato, su cui è a tutt'oggi in corso la procedura d'infrazione 2124/10 della Commissione Europea.
I diritti del personale Ata hanno dunque raggiunto livelli minimi: niente assunzioni, nessun aggiornamento professionale, contratti ridotti di due mesi (luglio e agosto) e niente sostituzioni fino a 7 giorni, salvo casi particolari. Ecco perché occorre ricorrere in tribunale.
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