LA LEZIONE DI IONESCO
RILETTA DA VALERIO BINASCO
Monza, 30
dicembre 2015. Il Teatro Binario 7
presenta La Lezione di Ionesco, uno dei testi più significativi del Teatro
dell’Assurdo, prodotto dalla Fondazione
Luzzati – Teatro della Tosse, con la regia di Valerio Binasco. Lo spettacolo sarà in scena sabato 9 gennaio alle ore
21.00 e domenica 10 gennaio alle
ore 16.00 e ore 21.00.
A
seguire, mercoledì 20 gennaio alle ore 20.30, la storica e critica d'arte Simona Bartolena terrà la seconda
lezione – approfondimento ad ingresso libero, Il surrealismo sono io: Salvador Dalí e il suo tempo, inserita
all’interno della nuova rassegna Teatro+Tempo Arte, che indagherà temi quali l’assurdo, il
paradosso, il sogno, l’immaginazione e la visione.
In questa messa in scena l’accento, a differenza di quanto in genere
accade con i lavori di Ionesco, è posto sui toni più realistici e naturali
della vicenda e a cambiare sono anche i caratteri dei personaggi rispetto al
testo originale.
Il testo racconta di un professore e
della sua lezione privata a una nuova alunna, scandita da un crescendo
parossistico di umorismo surreale.
La storia si svolge in un fatiscente appartamento francese dove un
anziano professore, che vive con il suo maggiordomo, è in attesa di una nuova
allieva per impartirle lezioni di cultura generale.
Fin da subito il professore si diverte a spiare e mettere alla prova la
giovane ragazza che, dall’entusiasmo iniziale, passa velocemente all’imbarazzo
e poi al disagio per la situazione.
Mentre la lezione procede, nell’anziano professore aumenta il senso di
rabbia e nichilismo che si riversa nei confronti della nuova alunna fino al
tragico finale.
Il vecchio professore, affidato a Enrico
Campanati, incarna la fine della civiltà, una figura pessimistica che punta
alla distruzione e all’annientamento della speranza, che custodisce in una
scatola i simboli maligni del nostro secolo: svastiche, dittatori e altre
atrocità.
A questa figura fa da contraltare l’allieva, interpretata da
Elena Gigliotti, che rispetto all’opera originale di Ionesco dove veniva
cesellata in una rappresentazione stereotipata di donna superficiale e banale,
in questa versione, diretta da Valerio Binasco,
ha un carattere più vitale e simboleggia la speranza.
Franco
Ravera invece è Marius, il Maggiordomo del professore che nel testo
originale era una donna. Questo cambiamento di sesso attualizza la storia al
giorno d’oggi. Rinunciando alla figura della Governante, archetipo ottimistico
e consolatorio che negli anni ha rappresentato la madre capace di rassicurare e
infine perdonare, qui è invece un personaggio che al tempo stesso è testimone,
carnefice, complice e vittima della deriva violenta che ha preso la storia
umana nel corso dei secoli.
Su questi tre personaggi simbolici si
giocano i meccanismi de La Lezione,
che restano buffi, divertenti, spesso comici ma con sullo sfondo un’angoscia e
un senso di disperazione incombenti.
La scena firmata da Emanuele Conte rappresenta il soggiorno fatiscente di una vecchia
casa con mobili antichi, quadri
staccati dalle pareti, bicchieri sporchi, scatole antiche e l’umidità che
incrosta la vecchia tappezzeria anni ’50. Una scena che tiene conto di tutti
gli elementi di questo spettacolo in equilibrio tra il massimo della finzione e
il massimo della realtà. Così come la recitazione, che si incanala sui toni
credibili rinunciando agli eccessi della teatralizzazione.
La regia di Binasco sposta l’attenzione
sulla “realtà” del teatro dell’assurdo di Ionesco, e la recitazione va in
quella direzione: evidenziando temi di vita reale contaminata di assurdo.
Note di regia | Valerio
Binasco
Il
teatro di Ionesco è una specie di mondo rovesciato. Tutto quel che ci entra
dentro si capovolge, come il salto di un pagliaccio. Dato che l’Assurdo (alla
cui ‘scoperta’ nel campo della letteratura Ionesco deve la sua fortuna) è il
tema filosofico di tutte le sue pièce, anche la filosofia si trasforma in
materia per buffoni. È un giullare, Ionesco, che prende in giro il suo Re. Il
suo Re è il teatro. Nelle sue commedie si sente che lo odia e lo ama. Anche sul
volto stesso di Ionesco si vede il tormento dell’ambivalenza: una smorfia di
cupo disprezzo, sormontata da due occhioni di bambino, un bambino dagli occhi
incantati che hanno appena smesso di piangere (o di ridere.). Negli anni da
poco passati, quando il teatro esisteva ancora, registi ed attori si sono
compiaciuti di enfatizzare soprattutto l’odio di quel bambino, puntando tutto
sull’effetto devastante delle sue assurdità. Credo che la definizione Teatro
dell’Assurdo sia stata inventata apposta per lui. Forse per attenuare
ipocritamente il peso dell’assurdità di vivere, etichettandola come fosse uno
stile... Perché è un peso ben difficile da portare se lo si prende sul serio. Qualcuno
(credo fosse Camus) ha detto: l’assurdo ha senso solo se gli si nega consenso. Dando
troppo consenso al gusto giullaresco dell’assurdo per l’assurdo, i teatranti
dell’epoca passata hanno sfogato tutto quel che c’era dentro l’odio di Ionesco
per il caro vecchio teatro. Un odio vestito da pagliaccio. Bene. Dato però che
quell’approccio mi pare molto arido, per una volta dovrò dire che sono contento
di appartenere invece a questa epoca, almeno per quel che riguarda il mio
rapporto con Ionesco. In un epoca come la nostra, infatti, che assiste alla
progressiva scomparsa del teatro -e di conseguenza, se si vuol dare ragione a
Shelley, anche della società civile - l’assurdo di Ionesco apre per me inattesi
varchi di poesia e sembra vibrare di una qualche nostalgia per l’umanità. E
allora prendiamo coraggio e diciamo che è arrivato il tempo di portare in scena
anche l’altro lato del suo sentimento verso il teatro: l’amore. Non credo che
ci porterà fuori strada: a ben vedere l’amore è un sentimento ben più assurdo
dell’odio. Come si fa? In questo momento […] posso solo dire che per prima cosa
vorrei cercare di negare consenso alla sua risaputa Teatralità dell’Assurdo e
restituirlo a qualcosa che - del tutto ingenuamente – io vorrei chiamare vita.
Vorrei che i suoi personaggi sembrassero persone strette nella morsa di relazioni
assurde, piuttosto che assurde marionette strette nella morsa della
plausibilità. Voglio che sia prima di tutto una storia umana. Piena di
stranezze affascinanti, di suspense e di comicità. Voglio crederci, a tutto
quell’assurdo. Voglio dire che è anche il mio e che è anche il tuo. Certo,
credo che se ci riusciremo ci sarà molto da ridere e forse (dico forse) anche
un po’ da piangere. Ed ecco, allora, che sto rivelando il mio segreto intento
di regista: fare di questo testo un dramma del caro vecchio, e ormai quasi
scomparso, Teatro. C’è qualcosa di più assurdo che si possa chiedere a un testo
di Ionesco? No. Mi avventuro in questa ricerca sapendo che c’è molta verità e
molta allegria genuina che traspaiono continuamente ne La Lezione e, a dispetto
della sfacciata stravaganza dell’autore, perfino una poesia ’arresa’ nei
confronti dell’umanità. Se noi riusciremo a renderla visibile avremo la
possibilità di fare una grande esperienza di teatro di Attori. Che è il più
bello che ci sia. Non è una speranza da poco.
Dedico
questo nostro viaggio nel mondo rovesciato de La Lezione alla vera assurdità
della nostra epoca: alla speranza.
TEATRO
BINARIO 7
LA LEZIONE
di Eugène Ionesco
regia Valerio Binasco
con Enrico Campanati, Elena Gigliotti, Franco
Ravera
scene Emanuele Conte
costumi Bruno Cereseto, Daniela De Blasio
luci Matteo Selis
assistente
alla regia Elisa D'Andrea
produzione Fondazione Luzzati - Teatro della Tosse
Valerio
Binasco Premio Hystrio 2014 alla regia
Date spettacolo:
sabato
9 gennaio, ore 21.00
domenica
10 gennaio, ore 16.00 e ore 21.00
Biglietti:
intero € 18, convenzionati € 15
(Feltrinelli, Confindustria Monza e Brianza), € 12 (under25, over65, abbonati
altre stagioni e altri convenzionati),
under18 € 6
VIVI
IL DIETRO LE QUINTE DELLA STAGIONE TEATRO+TEMPO
PRESENTE:
Presso la Biblioteca Civica di
Monza (via Padre Reginaldo Giuliani, 1/a) sarà allestito uno scaffale tematico
dedicato a Eugène Ionesco, autore del testo in scena al Teatro Binario 7.
Per
info e prenotazioni:
Teatro Binario 7
Via Filippo Turati, 8 | Monza
tel. 039 2027002
biglietteria@teatrobinario7.it
www.teatrobinario7.it
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