Teatro
Eliseo
da martedì 5 a
domenica 24
gennaio 2016
Gabriele Lavia
in
Sei
personaggi in cerca d’autore
di
Luigi Pirandello
regia di Gabriele Lavia
scene Alessandro Camera
costumi Andrea Viotti
musiche Giordano Corapi
Produzione FONDAZIONE TEATRO DELLA TOSCANA
“Sei personaggi in cerca d’autore è
probabilmente il testo di teatro più importante di tutti i tempi – dice Lavia –
Esso interroga il fondamento stesso del teatro: la contraddizione e la
discordanza tra l’attore e il personaggio e l’impossibilità a fare dei due una
sola unità. Ma dice Eraclito: “Da ciò che è più discorde, lo splendido
accordo”.
Pirandello scrive la commedia in soli tre giorni, la legge personalmente
alla compagnia di Dario Niccodemi, tra lo sconcerto degli attori travolti dall’impeto
delle parole e dall’entusiasmo. “Ma nessuno aveva capito niente” racconta lo
stesso Niccodemi, e solo i ventuno giorni di prove (tre volte il tempo dedicato
all’epoca agli allestimenti delle novità) poterono fare luce, a poco a poco,
nell’opera destinata a diventare un capolavoro. Lo sconcerto iniziale diventa
vera e propria battaglia al termine della tumultuosa prima romana al Teatro
Valle nel maggio del 1921.
Il pubblico mostra rumorosamente, alla fine del
terzo atto, in platea, il suo dissenso urlando Manicomio! Manicomio!, soffocando
gli applausi convinti e appassionati degli estimatori. Gli spettatori indignati
attendono in strada lo stesso autore, che si allontana dall’uscita degli attori
nel cosiddetto ‘vicolo dei gatti morti’, per lanciargli insulti e monetine.
Qualche mese dopo a Milano i Sei
personaggi applauditi senza riserve iniziano il cammino che li porterà a
diventare un successo internazionale anche a Parigi, Londra e New York.
Nonostante questo i Personaggi continuano a reclamare riscritture e revisioni
all’autore che ne definisce la composizione nell’edizione del 1925, la completa
con una storica prefazione e la dirige al suo nuovo debutto.
Personaggi / Interpreti
I Personaggi della
commedia da fare
Il Padre Gabriele
Lavia
La Madre Federica
Di Martino
La Figliastra Lucia
Lavia
Il Figlio Andrea
Macaluso
Il Giovinetto Silvia
Biancalana
La Bambina Letizia
Arnò
Madama Pace Marta
Pizzigallo
Gli attori della
compagnia
Il Direttore-Capocomico Michele Demaria
La Prima Attrice Giulia Gallone
Il Primo Attore Mario Pietramala
La Seconda Donna Giovanna Guida
L’Attrice Giovane Malvina Ruggiano
L’Attor Giovane Luca Mascolo
Un altro attore Daniele Biagini
Un’altra attrice Maria Laura Caselli
Un’altra attrice Anna Scola
Il Direttore di Scena Carlo Sciaccaluga
Il Suggeritore Alessandro Baldinotti
Il Macchinista Massimiliano Aceti
L’Attore-Segretario Matteo Ramundo
L’uscere Alessio
Sardelli
NOTE DI REGIA
Chi sono questi Sei personaggi ... che entrano dal fondo della
platea di un teatro
“in cerca d’autore... uno qualunque”?
La Madre, di umili natali, non è in grado di scrivere e l’uomo con cui
ha avuto un’altra famiglia era un “pover’uomo”.
Il primo marito, il “Padre”, non è ricco, ha una casa modesta.
“Dormivamo in quattro in una camera” dirà la “Figliastra”. Quindi, si
suppone, che il Padre e il Figlio dormissero insieme in un’altra camera. Le
femmine da una parte e i maschi dall’altra.
Poi il Figlio ci dice di avere visto il Padre e la Madre (adultera)
essere maschio e femmina
e non Padre e Madre. Quando? Appena nato? No, perché è andato “a balia”
in campagna.
Quando, allora? L’unica possibilità è al ritorno della Madre (adultera)
nella casa del Padre, dopo la morte del “convivente pover’uomo”. È probabile
che ogni tanto, la madre lasciasse la camera delle fimmine e andasse in
quella dei masculi… forse la trascinava il Padre, in camera sua, a
compiere il dovere coniugale... che bella famigliuola! La Figliastra diventerà
una prostituta. Il Figlio “è cresciuto... così...” un po’ strano... chissà
come! Il ragazzo si suicida e la Bambina si annega.
Non basta il Padre “filosofo autodidatta” a rattoppare questa orribile
famiglia italiana, siciliana e senza Dio. Il Padre non ha fede e gli altri?
Nessuno si rivolge mai a Dio...
Pirandello ci dice che ha scritto questa “commedia per liberarsi da un
incubo”. La sua Arte, aggiunge, ha “una servetta sveltissima e non per tanto
nuova sempre del mestiere”. Questa Fantasia è “dispettosa e beffarda, se ha il
gusto di vestir di nero”, ma non per esser seria. Si veste di nero “alla
bizzarra”!
Sappiamo dunque dallo stesso Pirandello che ci troviamo di fronte a una
Commedia. Beffarda.
Nera ma non seria. Bizzarra. Una specie di “incubo” non troppo serio.
Questa bizzarra commedia nera è un’opera unica nella Storia del
Teatro.
Ci sono opere, grandi opere, opere immortali e poi c’è Sei personaggi
in cerca d’autore, l’opera teatrale che non ha paragoni. Unica nella
concezione, nella struttura, nell’argomento. Sofocle, con l’Edipo Re, nel
V secolo a.C. definisce il Teatro occidentale. Pirandello e i suoi Sei
personaggi, nel 1921, sono responsabili del suo smontaggio definitivo: la
trama e la narrazione improvvisamente non sono più l’oggetto principale del
testo: i colpi di scena, i canonici nodi drammatici sono posti in secondo piano,
messi da parte – sappiamo già qual è il destino di ognuno dei Sei personaggi
fin dalle prime battute. L’intreccio è così ridotto al minimo e, con esso, sono
dimenticate quasi tutte le strategie di scrittura che per secoli gli autori
hanno impiegato per comporre un dramma.
L’idea stessa di rappresentazione è messa in crisi con
l’irruzione di sei spettri vestiti a lutto in un teatro dove rappresentare
significa mettere in scena il reale (il fatto) e non la verità.
Per restituire lo scandalo di questa entrata improvvisa e sconvolgente bisogna
pensare e realizzare la differenza tra i personaggi e gli attori. Una guerra
di mondi e di linguaggio – l’italiano perfetto e impostato degli attori,
l’italiano brutale, quasi dialettale, e selvaggio dei personaggi. I Sei
sono un nucleo familiare, siciliano, carnale e impregnato nella sua essenza di
una fisicità che il mondo della rappresentazione non conosce: chi è
chiamato a rappresentare è un fantoccio, responsabile e custode della
finzione, sacerdote inconsapevole della religione della realtà con tutti
i suoi riti fatti di convenzioni e di scelte per il pubblico. Ma
Pirandello è un filosofo e avverte che il Pensiero Occidentale, in crisi, si
sta riavvicinando al concetto di Verità come A-LETEIA. La Svelatezza.
Gabriele Lavia
ESTRATTI DI RASSEGNA STAMPA:
[…] Attorialmente Lavia ha il rigore patologico,
ha l’ardire instabile, ha la mistificazione prosaica di un uomo che bara, che
non sa e non vuole percepirsi: quasi perfetto. La figlia/Figliastra Lucia
rischia ma fa bene a non risparmiarsi nel mordente, nello sdegno, nella
sfrontatezza raccomandate dall’autore, e di suo mette anche una bella apparente
calma ringhiante nell’episodio-clou dell’incontro col cliente che si rivelerà
il patrigno…
La Repubblica, Rodolfo Di Giammarco – 9 novembre 2014
[…] Gabriele Lavia sembrerebbe voler
ripartire, se non da zero, dalla filologia delle origini, con le didascalie
dell’Autore dette dalla sua voce fuori campo…
L’Espresso, Rita Cirio – 7 novembre 2014
[…] Lavia incarna la Grande Tradizione, lo
spettacolo perfetto è il suo rovello, perciò sarebbe da ingenui aspettarsi
chissà quali rivoluzioni dai Sei
personaggi in cerca d’autore (questi sì
rivoluzionari) con cui Pirandello ha cambiato per sempre la grammatica del
teatro. E non sarà la lettura delle didascalie l’espediente che trasformerà
questo spettacolo bello e traumatizzante come una stanza della tortura in un
azzardo sperimentale […] Lavia quanto mai
straordinario nel fornirci il ritratto lucido e ferito del Padre e sua figlia Lucia,
che affronta con energia e con persuasiva intensità la difficile parte della
Figliastra…
La Stampa, Osvaldo Guerrieri – 26 gennaio 2015
TEATRO ELISEO
Da martedì 5 a
domenica 24
gennaio 2016
Orario
spettacoli: martedì, giovedì venerdì ore 20.00 –sabato ore 16.00 e ore 20.00 –
mercoledì e domenica ore 16.00
Biglietteria
tel. 06.83510216 |Giorni e orari: da martedì a domenica 9.30 – 19.30
Biglietteria
on-line www.teatroeliseo.com e www.vivaticket.it
Call center
Vivaticket: 892234
Prezzi da 12 € a 34 €
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