Una
periferia urbana, metafora della miseria morale, fa da sfondo a questa
commedia sul degrado sociale, scritta da David Mamet nel 1975 e ancora
attualissima.
Nella
bottega di un rigattiere si alternano personaggi dalle movenze e dalle
fattezze tipiche di chi deve cavarsela ogni giorno.
Convinto di essere
stato raggirato da un cliente - che ha pagato una forte somma di denaro
per avere una moneta con impressa una testa di bufalo - Donato Russo,
detto Don, decide di organizzare una rapina ai danni del cliente,
confidando nell’aiuto di ‘o professore, un losco figuro, il cui vero scopo è quello di togliere di torno Roby, ‘o guaglione, il giovane assistente del robivecchi che questi considera come un figlio.
Storia di un microcosmo, un luogo ai margini della società dove sopravvivere
è la parola d’ordine.
La scrittura di Mamet si insinua tra espedienti,
alleanze e battaglie; il tradimento è sempre in agguato, tutti contro
tutti.
‘American Buffalo’ è un grande classico - spiega Marco D’Amore -
è la storia di un fallimento. Annunciato, quasi voluto, destino
ineluttabile a cui non ci si può sottrarre. È desiderio di rivalsa, di
vita anche a costo della vita altrui.
A
dividere la scena con D’Amore, che di questa edizione adattata da
Maurizio de Giovanni è interprete e regista, ci sono Vincenzo Nemolato e
Tonino Taiuti.
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