Venerdì 16, Sabato 17
e Venerdì 23 Settembre al Teatro Arciliuto in Roma prende vita il fantastico
viaggio del Racconto-Favola di Enzo Samaritani “La Grande Favola della Lingua
Italiana da Federico II° al Novecento”
Con
Enzo Samaritani, voce e chitarra
Giovanni Samaritani, voce
Il programma è un percorso poetico di poesia in
musica della lingua italiana con un pensiero temporale ed evolutivo del
linguaggio poetico della nostra stupenda lingua. Senza un programma
dettagliato, partendo dalla goliardia delle cadenze latine si passerà per
Federico II, Cielo d'Alcamo, Giacomo Pugliese, Ciacco dell'Anguillaia,
Francesco D'Assisi, Guido Cavalcanti, Dante Alighieri, Cecco Angiolieri. Fino
ad arrivare al Croce, al Pascoli, al Carducci, a
Giacomo Leopardi e tanti altri.
Tutte le poesie della nostra letteratura sono state
messe in musica da Enzo Samaritani e verranno eseguite cantate a due voci,
familiarmente, da padre e figlio.
"Fare un
passo indietro, per andare avanti, e scoprire che il tempo non s’è perduto. Il passato,
quello che si specchia nel calore della voce, dove l’anima raccoglie il
particolare, la gestualità è accolita e l’ambiente pronto a creare paesaggi fra
note e parole."
Ecco, questa è la grande storia della Lingua
Italiana, lo Spettacolo vivente di Enzo Samaritani e di suo figlio Giovanni…
***
Teatro ARCILIUTO
Piazza Montevecchio, 5 – 00186 Roma (Italy)
Tel. +39 06 6879419 (dalle ore 17,00 in poi)
– mobile 333 8568464 (calls&sms)
– mobile 336 789349 (calls&sms)
ENZO
SAMARITANI
Nel cuore
di Roma il Teatro Arciliuto tutti i
giorni da vita a serate indimenticabili e coinvolgenti: grande perno è Enzo
Samaritani – nonché padre e fondatore dell’Arciliuto – poeta, compositore,
cantante di una tradizione letteraria preziosa; egli non ha mai abbandonato
l’identità di questo teatro, portando avanti una ricerca dedicata alla bellezza
insieme a un’appassionata campagna in difesa delle lingue e dei dialetti.
Enzo
Samaritani ha
improntato la sua vita alla salvaguardia della nostra identità culturale,
lottando contro un’omologazione sempre più diffusa e preoccupante; ha portato
avanti con amore e dedizione una ricerca accurata e approfondita affinché le
nostre radici culturali e linguistiche non andassero perdute bensì preservate e
tutelate. Ha intrapreso numerosi viaggi all’estero divenendo promotore e
diffusore della nostra poesia e musica; attento alla bellezza e all’estetica
della composizione ha sempre ricercato “la nota naturale corrispondente alla
melodia del verso” in difesa dei suoni della lingua italiana, ormai sgretolata
in questo periodo di consumismo e di imitazioni culturali. Così la poesia
italiana, per la prima volta tradotta in inglese, francese, tedesco e spagnolo,
suona nel mondo versi cantati di Cielo d’Alcamo, Guido Cavalcanti, Dante
Alighieri, Foscolo, Pascoli, Leopardi, Belli, Trilussa, oltre alle poesie
originali dello stesso Enzo Samaritani.
Assistere
a uno spettacolo di Enzo Samaritani ha in se
qualcosa di estremamente magico e prezioso, un evento pregno di significato e
sensazioni che condurrà il suo pubblico in un viaggio senza tempo assaporando
poesia, musica e storia tra ilarità e buona compagnia.
L’accogliente Salotto Musicale dell’Arciliuto prende vita grazie all’estro di Enzo Samaritani, con un
incontro/concerto di grande rarità e bellezza. Il “nostro poeta” con le sue
parole, i versi cantati, aneddoti personali e non, ammalierà i suoi uditori
conducendoli, attraverso una “lezione” del tutto originale e accattivante, alla
riscoperta delle proprie origini culturali e linguistiche facendosi promotore e
“istituzione” di riferimento per la diffusione dei valori e delle radici della
cultura e della lingua. È così che l’incontro/ascolto di Enzo Samaritani
diventa fondamentale e formativo per le giovani generazioni e non solo, in
quanto detentore di un bagaglio culturale raro e indispensabile.
In un momento di così grande confusione, di perdita di
valori e smarrimento di un’identità culturale, l’operato di Enzo Samaritani si
presenta a Noi come un tesoro inestimabile, come un’arma adatta a combattere
per riappropriarci di quanto abbiamo perduto negli anni, di quell’anima, quel
calore, magia e musicalità che è propria della nostra lingua e cultura;
riscoprire le nostre radici culturali per poter così rigenerarci.
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