dal 19 gennaio al 31 gennaio 2016
NERONE
Duemila Anni di Calunnie
uno spettacolo di Edoardo Sylos Labini
liberamente tratto dall'omonimo saggio di Massimo Fini
un'idea di Pietrangelo Buttafuoco - drammaturgia Angelo Crespi
al Teatro Quirino di Roma
con
Edoardo Sylos Labini
Sebastiano Tringali
Dajana Roncione
Giancarlo Condè
Gualtiero Scola
Paul Vallery
e con la partecipazione di
Fiorella Rubino nel ruolo di Agrippina
e gli attori della Fonderia delle Arti
regia Edoardo Sylos Labini
scene e costumi Marta Crisolini Malatesta
disegno luci Pietro Sperduti
musiche originali Paul Vallery
LO SPETTACOLO
Sullo sfondo di una Roma bruciata da un incendio, di cui Nerone verrà accusato ingiustamente di essere il mandante, l'incubo dell'Imperatore la notte prima della sua morte. La possibilità di fuggire dalla congiura dei suoi senatori, o la scelta di uccidersi per mano propria.
Tra i marmi della Domus Aurea, il suo palazzo imperiale, Nerone, attorniato da un'eccentrica corte di mimi, musicisti e ballerine, è tormentato dal fantasma della madre. Rivive in quell'incubo le presenze più ingombranti della sua vita: l'ossessiva madre Agrippina, assetata di potere che, grazie ad una serie di delitti, gli apre le porte dell'Impero a soli 17 anni; l'illustre filosofo Seneca, moralizzatore dei costumi di Roma e scaltro opportunista che, diventato suo maestro, cerca di influenzarne ogni scelta; la bellissima seconda moglie, la giovane e civetta Poppea con la quale condivide l'amore per l'arte e la passione per la Grecia; l'amico di bagordi Otone, governatore della Lusitania ed ex marito di Poppea che congiura alle sue spalle per gelosia; ed infine il viscido Fenio Rufo, ruvido Prefetto del Pretorio, vero capo della rivolta di quella élite economica ed intellettuale contro la quale Nerone combatté durante i 14 anni del suo regno.
NOTE D'AUTORE
Nerone Duemila anni di calunnie, tratto dall'omonimo saggio di Massimo Fini, è un testo che, alla luce delle più recenti interpretazioni storiografiche, si pone l'obiettivo di rivedere una vulgata secolare il cui esito è la persistente leggenda nera dell'imperatore romano. Un personaggio che ha dovuto subire, per mano degli storici antichi e di tutti quelli che hanno scritto su quella falsariga, una damnatio memoriae solo per certi versi comprensibile. Nerone fu un uomo sì spregiudicato, si macchiò di delitti efferati, ma non in misura maggiore degli imperatori che lo precedettero o seguirono. Stretto tra il destino di comandare e il desiderio di essere semplicemente un artista, nei brevi anni di impero si contraddistinse per unire alle doti dello statista, la visionarietà del tiranno illuminato: non si preoccupò di espandere i confini dell'impero, non si impegnò in guerre di conquista, ma cercò di imporre lo stile greco a Roma, di dare una forma moderna all'amministrazione dell'impero, di gestire le finanze dello Stato con lungimiranza. Per questo motivo l'oligarchia del Senato gli fu ostile, ma anche per la sua tenace politica riformatrice, per la sua volontà di comandare "per il popolo" e non solo "in nome del popolo" come voleva il trito rito della Repubblica. Amato dalla plebe, odiato dalla aristocrazia, Nerone crebbe sotto l'influenza nefasta della madre Agrippina e badando ai consigli del suo maestro, Seneca; entrambi seppur in maniera diversa, invischiati nei giochi di una corte in costante lotta per il potere. Ed è per questo che la vita dell'imperatore, condannato dalla macchina del fango della storia, assume i contorni della metafora sul potere, che da sempre irretisce le menti migliori, fuorvia la ragione e i cuori.
Angelo Crespi - Edoardo Sylos Labini
Teatro Quirino
19- 31 gennaio
Dal martedì al sabato ore 21, giovedì 21 e mercoledì 27 ore 17, sabato 30 ore 17 e 21, domenica ore 17
Prezzi da € 34 a € 15
Mercoledì 27 dopo la pomeridiana alle ore 19,00ci sarà un incontro con Massimo Fini autore dell'omonimo saggio e Angelo Crespi autore della drammaturgia
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www.CorrieredelWeb.it
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