Andrea Brusa a riflettori spenti. La finestra d’un uomo di cultura, un Autore ed Attore sensibile, sul mondo del Teatro e sulla vita in generale e sull'amore in particolare. E’ tutto lì, che freme dentro questo suo cuore pieno d’amore che piange la mancanza di sua moglie.
"Io credo che convenga spingersi oggi ad un massimo di riflessione, perché ci si è resi conto che ciò che oggi si chiama ricerca o nuovo teatro scarta da sé il concetto di avanguardia perché si rivendica ormai, anche se ovviamente com’è giusto in forme assai differenziate, uno statuto della forma teatro che si oppone alla tradizione e all’ufficialità appunto perché ingloba e supera la prima rifiutando la seconda come forma spuria, come scarto delle idee. Il post-moderno ha infine anche azzerato il valore del progetto o meglio ha ricondotto il concetto di progetto ai suoi giusti limiti laboratoriali, sottraendogli proprio quella cifra utopica che la modernità sembrava aver potuto portare verso una materialità quasi scientifica. Il decadimento della progettualità, del moderno è un segno preciso di indiscusso valore epocale. Di tale decadimento fanno parte, come si sa, l’eclissi del senso, l’abbandono di quella equatio rei et intellectus, ovvero della rinuncia a quei valori di onnicomprensività del linguaggio che hanno messo in causa la stessa conformazione strutturale del soggetto e rovesciato decisamente il principio di realtà per un realismo formalistico che si basa unicamente sull’eccesso del presente ma anche, e soprattutto, nella sua forma negativa (il termine negativo è ambiguo e sotto certi aspetti giustamente paradossale) sulle tecniche esclusive e totalizzanti della simulazione.
Ripensandoci, vedo come i cambiamenti avvenuti nella mia vita e nella mia personalità hanno influito sulla creazione dei miei testi sia editoriali che Teatrali. Le mie prime opere erano cupe e malinconiche, e rispecchiavano il dolore, la sofferenza e la disperazione che provavo. Poi, però, grazie alla Bibbia ho conosciuto il Creatore, le sue meravigliose qualità, la felicità che si prova lodandolo e le giuste norme da seguire nella vita. Mentre cambiavano i miei sentimenti, sono cambiate anche le mie opere.
Ho dedicato molto tempo a parlare del messaggio biblico ad altri, e lo faccio regolarmente. Parlare ad altri delle qualità di Dio, come pure del suo meraviglioso proposito di trasformare la terra in un paradiso sotto il dominio del suo Figlio, Gesù Cristo, mi riempie di gioia e soddisfazione. Questa attività basata sulla Bibbia mi stimola, e non posso fare a meno di prendere in mano la penna o mettermi al computer ed esprimere ciò che provo. E man mano che nel corso degli anni la mia felicità ha continuato a crescere, le mie opere sono diventate più luminose. Ovvio che oggi tutto e' cambiato con la perdita della mia famiglia e di mia moglie Chiara. Da quel momento la mia vita gli e' appartenuta e tutto cio' che scrivo e' solo per lei così da poterle regalare parole stupende che poi le possa portare in giro, così da sorprendersi, così da riempirsi d’amore. E forse non dico che sia tempo di non ascoltare più la mia testa presa da mille verbi, avverbi, aggettivi. Ma per una volta le parlo davvero con il cuore in mano, glielo trasformo in righe, le riempio, così che lei non possa piangerci sopra. Non ci sarà spazio per il male, questo cuore trasformerà solo il suo sorriso. Perché tutto questo è suo, è sempre stato suo e ora se ne scappa in questa carta straccia, e lei presto sara' lì a leggerlo, toccarlo, guardarlo. Voglio avvicinarmi a lei, farle sentire che non è finita l’era delle lettere d’amore, delle storie d’amore in cui credere, delle nostre speranze e dei nostri progetti, dei nostri sogni infiniti. E’ tutto lì, che freme dentro questo cuore pieno d’amore che piange la sua mancanza. Ed ecco allora, che dedico a Chiara, mia moglie, questo cuore in tutte le mie opere".
ALBERTO DE PRA
Scrittore e Ghostwriter freelance
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