17 –
29
novembre 2015
Grand Guignol all’italiana
di Vittorio Franceschi
con
Lunetta Savino
e con
Umberto Bortolani, Carmen
Giardina,
Sebastian Gimelli Morosini,
Andrea Lupo
regia Alessandro
D’Alatri
scene Matteo Soltanto
costumi Giuseppe Maurizi
produzione Teatro Stabile
d’Abruzzo
Divertentissima satira di costume: politicamente scorretta,
puntuale con la contemporaneità, divertente come una farsa. In pieno stile
Grand Guignol. All’italiana. Sono le parole di Alessandro D’Alatri,
Direttore del Teatro Stabile d’Abruzzo, e regista di Grand Guignol all’Italiana spettacolo che debutta a Roma il 17
novembre.
Protagonisti Lunetta
Savino, Umberto Bortolani, Carmen Giardina, Sebastian Gimelli Morosini e Andrea
Lupo che si misurano con eroi attualissimi che l’autore, Vittorio Franceschi,
traveste da colf depressa, salumiere di successo, guida turistica ignorante con
moglie fedifraga, postino sensibilmente gay.
Non è facile parlare di questo spettacolo, dice Lunetta Savino. Porto in scena Esterina, una imprevedibile
colf, un personaggio che appartiene al mio mondo poetico di attrice e che
esprime il mondo tragicomico dell’ingenuità. Conosco Vittorio Franceschi da
tanto tempo, come autore, mi piace il
suo modo leggero di utilizzare personaggi borderline e mi piacciono i colori
che stiamo usando per raccontare una commedia satirica, i colori della
composizione scenica che è meravigliosa e i colori caratteriali. Saremo
scorretti, cattivi, ma molto divertenti!
Aggiunge il regista: Tra i miei passatempi preferiti c’è quello
di rovistare nei cassetti di Vittorio Franceschi. Riesce ogni volta a
sorprendermi per la quantità e la qualità di progetti che saltano fuori come
salmoni a primavera. La sorpresa più grande è che molti di loro sono inediti o
lo sono soltanto per l’Italia. E’ così che qualche tempo fa mi saltò tra le
mani “Grand Guignol all’italiana”. Un gioiello che attendeva pazientemente da
quindici anni di venire compreso e amato. Chi conosce la drammaturgia di
Franceschi sa bene quanto l’ironia sia un elemento costante del suo sguardo
sulla vita. In questo caso direi che si è divertito a trasformarla in
graffiante satira che fa aleggiare nei due atti come un refolo entrato da uno
spiffero e che lentamente si trasforma in un tempestoso vortice. I cinque
personaggi, con i loro comportamenti, i linguaggi e il mondo che rappresentano
ci accompagnano nel grande vuoto di questi tempi riempiendolo di surreale
comicità. E’ uno spettacolo surreale ma veritiero. Caratteristica del teatro
che più amo. Per questo motivo ho fortemente voluto che ogni elemento
dello spettacolo, dalle scene ai costumi, alle luci, rispondesse a queste peculiarità.
Quindi grande divertimento, ma al tempo stesso, proprio come in un Grand
Guignol, una feroce condanna dell’egoismo e del perbenismo.
Grossolanità, cinismo, squartamenti e lacrime da cronaca nera, eros e
bordello a infarcire un drammone popolare senza lieto fine. Nella Francia di
fine ‘800, il Grand Guignol era tutto questo; un miscuglio di tinte fortissime
che tenevano
gli spettatori incollati alle poltrone con storie macabre ma al contempo
farsesche.
Il testo di Vittorio
Franceschi è di quindici anni fa; da allora scandali, malefatte colossali e
ruberie grandguignolesche hanno fatto sì che non fosse necessario cambiare
neanche una virgola: la satira evidenzia le storture del mondo, ridiamoci su.
Ma come è nata l’idea
di raccontare il Bel Paese con questi toni? In
un giorno di fine estate dell'anno 2000, mentre cavalcavo verso Damasco, mi si
accese una lampadina, come nei fumetti. Racconta l’autore. E di colpo questo genere di teatro, a lungo
snobbato e irriso, mi apparve nella sua essenza profetica, cioè ideale per
raccontare il nostro Paese, le cui vicende e il cui tasso di cultura e di
valori etici già allora, e da tempo, stavano procedendo con orgogliosa
sicurezza verso lo zero di oggi. Scesi dal mio ronzino e mi misi all'opera.
Quindici anni dopo, cioè oggi, probabilmente avrei scritto una tragedia. Ma
allora ero meno ambizioso. Naturalmente, poiché italiani si nasce (in un primo
momento questo testo avevo pensato di intitolarlo proprio così), lavorandoci
su, mi spostai un pochino verso sponde più nostrane, come la farsa e la
sceneggiata, risciacquando rispettosamente i panni nella mentalità piccolo
borghese che da sempre ci caratterizza e fa di noi un modello nel mondo,
artisti, stilisti e ferraristi a parte …
TEATRO ELISEO
Da martedì 17 a domenica 29 novembre 2015
Orario
spettacoli: martedì, giovedì venerdì ore 20.00 –sabato ore 16.00 e ore 20.00 –
mercoledì e domenica ore 16.00
Biglietteria
tel. 06.83510216 |Giorni e orari: da martedì a domenica 9.30 – 19.30
Biglietteria
on-line www.teatroeliseo.com e www.vivaticket.it
Call center
Vivaticket: 892234
Prezzi da 12 € a 34€
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